Lotta al Covid in Lombardia, Letizia Moratti a Leggo e l'invito ai giovani: «Vaccinatevi, proteggerete tutti»

Lotta al Covid in Lombardia, Letizia Moratti a Leggo e l'invito ai giovani: «Vaccinatevi, proteggerete tutti»

di Simona Romanò

«Mamme e papà non abbiate paura a vaccinare i vostri figli adolescenti contro il Covid. La vaccinazione non è un pericolo, ma è un’opportunità da cogliere con senso di responsabilità, perché non protegge soltanto i ragazzi dalla malattia ma l’intera famiglia».

Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare della Lombardia, lancia su Leggo la profilassi dei più giovani. Che riceveranno, confermano dalla Regione, «Pfizer o Moderna, non AstraZeneca».

Se avesse un figlio di 12 anni lo vaccinerebbe con tranquillità?

«Certo. È l’unica arma per vincere il Covid e tornare definitivamente a riappropriarci della nostra quotidianità, della nostra socialità. Lo farei con tranquillità, in vista anche della riapertura delle scuole a settembre, perché da Ema, Aifa, dagli esperti, abbiamo sempre avuto una fotografia sicura dei vaccini e abbiamo sempre rispettato tutte le indicazioni degli enti regolatori».

I giovani, dai 12 ai 29 anni, sono stati bravi a prenotarsi?

«Decisamente. È emerso il loro desiderio di libertà, oltre al senso di responsabilità nei confronti dei loro familiari, dei loro nonni. In una settimana abbiamo superato le 700mila prenotazioni, mi sembra un dato che parli da sé. Bravi i giovani e bravi i genitori. Ma so che tanti giovanissimi hanno “spinto” per primi sui genitori».

Si aspettava un’adesione massiccia?

«Ho sempre tanta fiducia nei giovani, ma ammetto che sono rimasta davvero soddisfatta dalla loro adesione. Oltre le più rosee aspettative».

Perché è importante vaccinare i ragazzi?

«Perché l’universo dei loro contatti è a 360 gradi: famiglia, scuola, sport, svago. Il fatto che nella maggioranza dei casi quando contraggono il Covid sono asintomatici, rende fondamentale immunizzarli: possono essere degli ignari vettori di contagio».

I ragazzi sono il futuro: sono stati in gamba durante la pandemia?

«Il Covid ha segnato tutti noi, ma in particolare i giovani sono stati privati di tanto: scuola, attività quotidiane, amici, volontariato.

Per il sacrificio sopportato sono stati bravi, anche se il lockdown ci ha presentato un conto pesante: osserviamo tutte le situazioni di potenziale disagio, pronti a intervenire».

Come sarà l’estate?

«Più libera, serena, con meno preoccupazioni. Ne abbiamo bisogno tutti: da un punto di vista psicologico e per far ripartire il Paese, la Lombardia».

C’è allarme per nuove ondate?

«Monitoriamo attentamente la situazione anche in considerazione di altre possibili varianti. È molto probabile che tra l'autunno e l’inverno sarà necessaria una fase di richiamo, con una terza dose. In quel caso coinvolgeremo farmacie, medici di base e aziende. Per ora siamo vicini all’immunità di comunità: con 120mila somministrazioni al giorno, raggiungeremo quel traguardo il 10 luglio. Con 100mila a fine luglio».

L’8 giugno ha festeggiato cinque mesi al Welfare. Un bilancio?

«Positivo. Siamo davanti a risultati che premiano un grande lavoro di squadra. Ma non dobbiamo adagiarci. Anche con una sola vittima in più non potremo dormire sonni tranquilli».

Si è mai scoraggiata in questi mesi?

«È stata dura, ma scoraggiata mai. Non è nel mio Dna. Dove ci sono state difficoltà, abbiamo lavorato per risolverle».

Prossimi traguardi?

«Terminare la campagna vaccinale, anche guardando all’eventuale richiamo autunnale. Poi, siamo al lavoro sulla riforma della sanità regionale: puntiamo al rilancio della medicina territoriale accompagnata dalle grandissime opportunità della tecnologia e dell’innovazione».


Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Giugno 2021, 14:06
© RIPRODUZIONE RISERVATA