Ingrassia torna nella "Bottega degli orrori": «Così 40 anni fa l'Italia ha scoperto il musical»

Ingrassia torna nella "Bottega degli orrori": «Così 40 anni fa l'Italia ha scoperto il musical»

di Ferruccio Gattuso

Benvenuti (ancora una volta, ma non è mai lo stesso) ne La Piccola Bottega degli Orrori dove musica, humor nero, horror e persino qualche crudele metafora sulle regole del business si incontrano a dare vita a un musical di culto che, da quarant'anni esatti, diverte le platee di tutto il mondo. In Italia il successo va in scena da 33 anni e, guarda un po', al Teatro Nazionale dal 22 al 30 aprile, nel ruolo del protagonista - Seymour, un commesso di un negozio di fiori di New York, alle prese con una pianta carnivora - c'è ancora lui: Giampiero Ingrassia.
Era il 1989: dica la verità, avrebbe immaginato che la sua carriera sarebbe stata colorata di tanto musical?
«Quando iniziai, con la produzione della Compagnia della Rancia, pensavo solo una cosa: che mi sarei divertito. Ma davvero non si poteva immaginare che da questo spettacolo sarebbe fiorito il musical in Italia. Prima della Bottega esisteva solo la commedia musicale. I teatri, quando ospitavano lo spettacolo, ci chiedevano se fosse qualcosa di simile al cabaret».
Ancora oggi La Piccola Bottega degli Orrori resta un musical diverso.
«La storia è assurda: un negozio di fiori che ha problemi economici, una strana pianta cinese che, dalla vetrina, sembra attirare clienti, poi sfiorisce e, per mantenerla viva, si scopre, servono vittime».
Quale è il segreto del successo, allora?
«L'ironia, le musiche di Alan Menken, che avrebbe poi composto musical come La Sirenetta e La Bella e la Bestia, i dialoghi e l'affiatamento del cast».
Ecco, adattamento e cast: quali sono le novità di questo show prodotto da Alessandro Longobardi del Teatro Brancaccio?
«Partiamo dalla pianta killer: non sarà automatica. Nei suoi verdi panni c'è Vekma K, drag singer internazionale. Il proprietario del negozio, Mushnik, è Fabio Canino e accanto a me, nel ruolo della collega Audrey, c'è la spagnola Belia Martin, straordinaria perfomer già interprete di Sister Act».
Lei invece è come quei bollini sulle bottiglie di vini che vincono i premi: se c'è Ingrassia il vino, cioè lo show, è di qualità.
«Sono fiero che il pubblico, non solo gli appassionati di musical, la pensi così. Io continuo a definirmi un attore cui piace cantare, ma spettacoli come Grease, Frankenstein Jr., Cabaret mi hanno sicuramente definito. Ho sempre amato misurarmi con tanti tipi di personaggio e di spettacoli. Per la prossima stagione, ad esempio, ho solo progetti di prosa».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Aprile 2022, 08:42
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