Milano, quattordicenne morto dopo la sfida di un video online, il Gip archivia: «Youtube non c'entra»

Igor morto a 14 anni dopo la sfida di un video online, il Gip archivia: «Youtube non c'entra»

di Salvatore Garzillo

«Archiviato». Si conclude così la vicenda giudiziaria di Igor Maj, il 14enne che il 6 settembre 2018 è morto impiccato nella sua camera provando a ripetere i gesti di una sfida appresa attraverso un video su YouTube. Ieri il giudice per le indagini preliminari Sofia Fioretta, su richiesta del magistrato Christian Barilli, ha archiviato l'inchiesta per istigazione al suicidio nata proprio da quel video, caricato sulla piattaforma online nel 2016 e arrivato a quasi un milione di visite al momento della morte del ragazzino.

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Si chiamava Cinque sfide pericolosissime e mostrava in sequenza una serie di prove di coraggio presentate, però, con tutte le dovute raccomandazioni. Ed è stato questo uno dei motivi che ha spinto il magistrato ad archiviare la posizione di due ragazzi che avevano caricato il filmato, in particolare di un 26enne individuato dalla polizia Postale. «La clip in esame - scrive il gip - per il tono assunto nella descrizione delle sfide raccolte sulla rete, non pare finalizzato ad incentivare realmente la loro emulazione» e l'autore «ha spiegato con estrema chiarezza la natura assolutamente rischiosa delle condotte descritte».


Nel ragazzo indagato in un primo momento non c'era il «dolo di far sorgere, rafforzare o agevolare il proposito suicidario nella indistinta platea degli utenti della rete internet». Inoltre gli inquirenti ritengono che non si possa neppure configurare l'omicidio colposo perché «non è possibile affermare che chi ha consentito la pubblicazione e la mancata rimozione di quel video, usando l'ordinaria diligenza avrebbe potuto prevedere, dopo due anni dalla realizzazione e dalla divulgazione del video» la «tragica morte». Quindi nessuna responsabilità neppure per YouTube.


La morte di Igor aveva scosso una comunità intera. Igor era una promessa dell'arrampicata in montagna e forse proprio il desiderio di testare le sue capacità da scalatore gli è stato fatale. L'ipotesi, infatti, è che abbia provato la tecnica di autosoffocamento che riproduceva la sensazione di mancanza d'ossigeno in alta quota. Purtroppo il 14enne ha perso i sensi e il peso del corpo lo ha ucciso.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Aprile 2021, 20:55
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