Il dramma di Giusy, da negoziante del centro alla mensa dei poveri: «Con 600 euro non riesco a vivere»

Giusy è una pensionata che vive a Milano conosciuta da tutti i volontari e i dirigenti dell'Opera Pia "Pane Quotidiano"

Il dramma di Giusy, da negoziante del centro alla mensa dei poveri: «Con 600 euro non riesco a vivere»

Giusy, così vuole farsi chiamare, senza cognome, aveva una vetrina in piazza Cordusio a Milano e vendeva articoli da regalo, poi le cose sono cambiate in fretta. «Salutavo tutti i giorni Giorgio Strehler», racconta, ma in poco tempo un affitto insostenibile e la precarietà, l'hanno portata alla mensa dei poveri.

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«Giusy e basta»

Anche oggi, 31 dicembre 2022, era in coda alla mensa dell'Opera Pia «Pane quotidiano». Immersa, quasi nascosta, nel mix di culture, lingue e fragilità che ogni giorno riceve un pacco di viveri. «Giusy e basta», dice a Il Corriere della Sera, non è un'assidua frequentatrice, non si trova tutti i giorni in coda, ma è comunque conosciuta dai volontari e anche dai dirigenti dell'Associazione che offre cibo a chiunque si presenti. E forse, proprio per la sua presenza alterna, ha deciso di raccontarsi per non fare un torto ai volontari che gliel'hanno proposto e perché consapevole che la sua storia non merita di restare sconosciuta. 

La sua storia

Giusy ci tiene a far sapere agli italiani che una persona che ha sempre lavorato, è arrivata in queste condizioni alle pensione. Lei, 75enne, è nativa di Lipari, in Sicilia, ma ormai ha la parlata milanese, come i tanti immigrati bambini del capoluogo lombardo. Vive a Milano da quando ha 3 anni, arrivata nel pieno del boom economico. I ricordi di infanzia sono offuscati dal tempo, ma ricorda perfettamente quando iniziò a lavorare. Era l'11 dicembre 1969, il giorno prima dell'esplosione di piazza Fontana. Negli anni è riuscita a costruirsi un futuro e lo ha fatto fino a riuscire a mettersi in proprio. Giusy aveva una vetrina in pieno centro, in piazza Cordusio, il salotto delle banche con vista su maschio del Castello Sforzesco. «Vendevo articoli da regalo», racconta quasi amareggiata nei toni e nello sguardo. «Salutavo tutti i giorni Giorgio Strehler, perché il suo teatro era proprio lì di fronte, e parlavo con sua moglie Andrea Jonasson, eravamo come vicine di casa, e c’era Renato De Carmine, l’attore, gran bell’uomo...».

Ma quegli anni belli per lei sono finiti.

 

Il conto bloccato

Un giorno si è ritrovata con il conto in banca bloccato: «perché era la banca di Michele Sindona». Gli affitti erano sempre più cari e non riusciva più a proseguire nell'attività. Ma non per questo ha deciso di mollare. Giusy si è rimessa in gioco. «Sono stata co.co.co, co.co.pro. e tutta quella roba lì, con il risultato che oggi mi ritrovo con una pensione da poco più di 600 euro. Mi dica lei come si fa a vivere a Milano con 600 euro? E meno male che mi è rimasta la casa». Per questo Giusy, quando la pensione inizia a finire, si mette in fila alla mensa dei poveri per riempire le borse con quello che l'Opera Pia offre, facendole risparmiare quei 150-200 euro al mese di spese alimentari. Ma di storie del genere ce ne sono tante. In quelle code che ogni giorno si ricreano, ognuno ha la sua storia, il suo racconto che meriterebbe di essere raccontato.


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 22:38
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