Formigoni, prima notte in carcere: tra i compagni anche Alberto Stasi e Alessandro Boettcher

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L'ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, da venerdì detenuto nella casa circondariale di Bollate (Milano) si trova rinchiuso al I Reparto, dove si trovano detenuti di una certa età o personaggi di casi che hanno avuto particolare clamore mediatico.

È stata una notte tranquilla quella dell'ex governatore, che ieri si è costituito nel carcere di Bollate (Milano) per scontare una pena a 5 anni e 10 mesi per il caso Maugeri. Formigoni, secondo indiscrezioni, è stato destinato in una cella che divide con altri due detenuti con pena definitiva, due persone comuni, entrambe italiane.

Tra questi, nella stessa palazzina di 4 piani (dove i detenuti possono circolare liberamente dalle 8 alle 20), ci sono Alessandro Boettcher (condannato il 13 luglio scorso l'ex broker a 23 anni di carcere per avere sfigurato con il lancio di acido Stefano Savi e avere poi tentato di sfregiare allo stesso modo il fotografo Giuliano Carparelli) e Alberto Stasi (condannato all'ergastolo il 13 dicembre 2015 per l'omicidio di Chiara Poggi). Secondo indiscrezioni Formigoni si troverebbe in cella con Costantino Passerino, anche lui condannato in Cassazione nello stesso processo.

«Sereno, combattivo». Mario Brusa, legale dell'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha trovato così il suo assistito dopo la prima notte nel carcere di Bollate, dove ieri Formigoni è arrivato per scontare la condanna definitiva per la vicenda Maugeri.

«Da parte degli altri detenuti è venuta una grande comprensione - ha spiegato Brusa che l'ha incontrato stamani -: gli chiedono di che cosa ha bisogno, in una realtà in cui mai avrebbe pensato di trovarsi, anche se non appare scosso».

Forte: è questo l'aggettivo che usa chi ha visto Roberto Formigoni, da ieri detenuto nel carcere di Bollate dopo la condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi. Così forte che la sua preoccupazione è per chi è fuori: «Voglio che sappiano che devono essere forti» ha detto l'ex governatore.

L'ex presidente della Lombardia non appare per nulla abbattuto.
Camicia, maglione con la zip e pantaloni scuri, ha iniziato la mattina incontrando gli operatori del carcere. Assicura di star bene e di non avere problemi. La sua preoccupazione è però per gli altri, per la sua famiglia. E così ripete che «si devono far forza quelli che sono fuori, che sanno tutta la storia: voglio che sappiano che devono essere forti».

Ultimo aggiornamento: Sabato 23 Febbraio 2019, 15:13
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