Milano, il prefetto blocca i certificati di nascita per i figli delle coppie omogenitoriali. Sala: «Mi batterò per loro»

«Dovrebbe essere il legislatore a consentire con legge come avviene in altri Paesi anche europei»

Milano, il prefetto blocca i certificati di nascita per i figli delle coppie omogenitoriali. Sala: «Mi batterò per loro»

di Redazione web

Il Comune di Milano ha interrotto le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia. La questione ha scatenato le polemiche e anche il sindaco Beppe Sala ne ha parlato questa mattina, nel suo podcast: «Dovrebbe essere il legislatore a consentire con legge come avviene in altri Paesi anche europei, ad esempio in Spagna e Danimarca, la registrazione del figlio di coppia dello stesso sesso a prescindere dal più oneroso e ad oggi davvero travagliato procedimento dell'adozione in casi particolari», ha detto.

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Cosa ha detto Sala

«La strada indicata dalla Cassazione per assicurare i diritti del bambino, ossia l'adozione in casi particolari - ha detto ancora Sala -, appare oggi in Italia ormai assai complessa e farraginosa. Dovrà dunque essere resa molto più rapida ed efficace per poter dare una risposta ai numerosi problemi giuridici che tornano ad essere irrisolti - ha aggiunto - e soprattutto per garantire, come chiede anche la Corte europea dei diritti dell'uomo, pieni diritti al bambino oltre che alla famiglia che lo ha voluto e in cui vive».

Nel lungo intervento Sala ha ripercorso le tappe che hanno portato ad uno stop delle registrazioni. «Recentemente la Cassazione Sezioni Unite, con sentenza n. 38162 pubblicata il 30 dicembre 2022, ha affermato che la tutela del minore, figlio di coppia dello stesso sesso, può essere assicurata ordinariamente attraverso la sua adozione - ha proseguito -. In altre parole l'adozione diventa dunque l'unico strumento corretto per tutelare il minore e viene riaffermata l'impossibilità da parte dell'ufficiale di stato civile di registrare direttamente il rapporto di filiazione».

Dopo la Cassazione è arrivata una circolare del ministero dell'Interno che ha richiamato i prefetti ad assicurare questo indirizzo, con una comunicazione ai sindaci. Anche la Procura in febbraio ha precisato che non è consentita in Italia la registrazione nell'atto di nascita del minore della madre intenzionale ma solo di quella biologica.

Ha invece ritenuto finora ammissibile la sola trascrizione di bimbi nati all'estero da due madri. «Nostro malgrado, pertanto, ad oggi non possono più essere registrati figli di due uomini divenuti genitori facendo ricorso alla gestazione per altri praticata all'estero, né i figli di due donne che hanno fatto la procreazione medicalmente assistita all'estero ma con parto avvenuto in Italia - ha concluso Sala -.

In questi casi, infatti, secondo la Corte di Cassazione, la tutela del minore può essere garantita esclusivamente attraverso l'adozione, per di più in casi particolari».

La vicenda

La sospensione delle registrazioni arriva dopo una circolare del Prefetto di Milano che, secondo quanto si apprende, a sua volta ha interpellato il ministero dell'Interno. La prefettura, per chiedere l'interruzione delle trascrizioni, ha fatto riferimento alla legge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita, consentita solo a coppie formate da persone di sesso diverso. Una legge che vieta anche la maternità surrogata. Di fronte a questa circolare, il sindaco Sala non ha potuto fare altro che sospendere le registrazioni. Lo stesso sindaco di Milano oggi ha subito incontrato le famiglie 'arcobalenò e i loro rappresentanti e ha spiegato loro questa difficoltà. Sala ha però anche confermato che questa diventerà una sua «battaglia politica» con il governo.

E che si tratti anche di una «battaglia politica», lo testimonia la nota diffusa dal consigliere comunale di Fratelli d'Italia Matteo Forte. «Sala ha piegato il diritto alle sue battaglie ideologiche» ha commentato Forte. «A onor del vero - ha aggiunto - non è che si scopra oggi l'illegittimità di quell'atto rivendicato dal palco del Milano Pride. Il sottoscritto, infatti, già all'indomani di quelle dichiarazioni il 5 luglio scrisse una lettera al Prefetto, che mi rispose il primo febbraio scorso dichiarando di aver proprio interessato il Viminale della questione. Che la mia iniziativa abbia contribuito all'esito di oggi, poco mi interessa. Mi interessa invece che abbia vinto il diritto». Sulla vicenda è intervenuta in serata anche Alessia Crocini, presidente di «Famiglie arcobaleno».

«Il sindaco di Milano ha dovuto cedere al pressing del governo Meloni e alla fine la decisione è arrivata dolorosa e ingiusta», ha detto Crocini. «Il sindaco Sala ci ha comunicato che bloccherà le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei bambini con due papà e la formazione di atti di nascita italiani con due mamme, come garantito negli ultimi anni nel capoluogo lombardo». «Siamo consapevoli - ha aggiunto Crocini - di quanto questo governo si stia adoperando per togliere ogni minimo diritto di cittadinanza alle famiglie omogenitoriali in Italia». Ma «i bambini e le bambine con due mamme e due papà esistono già in Italia, i ministri Piantedosi e la premier Meloni - ha aggiunto - se ne facciano una ragione».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Marzo 2023, 09:31
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