Senegalese ucciso, il 47enne fermato: «Mi ha fischiato come se fossi un cane». Massacrato con 10 colpi di pistola

Senegalese ucciso, il 47enne fermato: «Mi ha fischiato come se fossi un cane». Massacrato con 10 colpi di pistola

di Domenico Zurlo
«Mi ha fischiato, come se fossi un cane, e mi ha chiesto 5 euro»: si è giustificato così Fabrizio Butà, 47 anni, l’uomo di origini calabresi che è stato fermato nella notte per l’omicidio del 54enne senegalese Assane Diallo, ucciso a colpi di pistola sabato sera a Corsico. Anche la compagna, accusata di favoreggiamento e della detenzione dell’arma del delitto, una pistola semiautomatica con matricola abrasa, è finita in manette. Per la donna c’è anche l’accusa di detenzione di droga perché aveva circa 70 grammi di cocaina in casa.

La moglie di Assane: 
«È stato razzismo»



Fabrizio e la compagna si sono costituiti domenica sera ai carabinieri di Corsico: fin da domenica mattina i militari stavano dando loro la caccia per il brutale omicidio, avvenuto per futili motivi.
Escluso quasi subito il movente razziale, gli inquirenti si sono sentiti dire dal 47enne che quel senegalese
«infastidiva me e soprattutto la mia fidanzata, le chiedeva sempre soldi».



Secondo la ricostruzione, il killer avrebbe litigato al telefono con la vittima e gli avrebbe dato appuntamento nei pressi di un bar, dove poi lo ha ucciso a colpi di pistola. Nella cantina del palazzo in cui abitavano Butà e la compagna è stata poi trovata la pistola con una ventina di proiettili. Ne sono serviti dieci, un vero massacro, per uccidere Diallo: Butà era già stato condannato per omicidio, per aver ucciso nel 1998 un 34enne, Domenico Baratta. Per quel delitto fu condannato a 16 anni ed era libero dal 2013.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Giugno 2018, 16:31
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