Fabrizio Bosso: «Suono il blues e la nostalgia per Pino Daniele»

Fabrizio Bosso: «Suono il blues e la nostalgia per Pino Daniele»

di Ferruccio Gattuso
«La tromba è quanto di più vicino ci sia alla voce umana: per me è naturale cercare musica da rileggere tra cantanti, artisti pop e cantautori». Da perfetto rabdomante della musica e da grande jazzista qual è, Fabrizio Bosso spiega in poche parole l'omaggio a Pino Daniele che, questa sera e domani (due date sold out), porta sul palco del Teatro No'hma insieme al fido compagno di duo, il pianista inglese di origine italiana Julian Oliver Mazzariello.
Bosso, qual è il suo rapporto con Pino Daniele e la sua musica?
«Ho sempre amato Pino come artista. Nel 2015 ero vicino a portarlo a un mio festival jazz a Torino, purtroppo lui mancò. Non abbiamo mai suonato insieme, ma ci conoscevamo: i nostri incontri casuali negli aeroporti mi restituivano sempre la sua grande anima. La nostra passione per la musica ci rendeva naturalmente amici».
Blues e jazz erano nel Dna di Daniele.
«Sì, la sua sensibilità era affine. È stato perfettamente naturale tuffarsi nel suo repertorio, senza contare che Pino aveva collaborato con artisti jazz come Chick Corea. E con la chitarra, dal vivo, aveva grandi doti di improvvisazione».
Quali brani ha scelto insieme a Mazzariello?
Celebri e meno celebri. Napul è, A me me piace o' Blues, Allora sì, Quando o Mal di te, da cui è tratto il titolo dell'omaggio Il cielo è pieno di stelle, sono fatti per essere riletti in chiave jazz».
Il jazz va verso il pop: può avvenire anche il contrario, o moriremo di basi campionate?
«Un artista come Pino ci riusciva: portava armonie tutt'altro che elementari alle orecchie del grande pubblico. Sergio Cammariere, con cui andai al Festival di Sanremo nel 2008, ha fatto lo stesso. Ma penso anche a un artista come Fabio Concato, con cui ho collaborato».
Milano e il jazz, una storia felice?
«Eccome. Per me, torinese, i primi concerti erano motivo di ansia: questa è una città competente ed esigente. Per me Milano è JazzMi e Blue Note. Ed era il Pavillon, quando ancora ci si poteva suonare».
L'8 e 9 febbraio. Teatro Nohma via Orcagna 2. Ore 21. Sold out. Info www.nohma.org
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Febbraio 2023, 08:27
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