Elezioni Lombardia, il candidato Pierfrancesco Majorino: «Se vinco in cento giorni cambio Aler, Trenord e Sanità»

Elezioni in Lombardia, il candidato Pierfrancesco Majorino: «Se vinco in cento giorni cambio aler, Trenord e Sanità»

di Simona Romanò

«Se vinco, nei primi cento giorni, ribalto Aler, Trenord e la riforma della Sanità. Perché in Lombardia è ora di cambiare stagione, con una fase radicalmente diversa dopo anni di amministrazione fallimentare». Pierfrancesco Majorino, candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra è più agguerrito che mai. «Mi batterò fino all’ultimo».

Undici giorni al voto. Come si sente?

«Molto determinato a vincere. Sento un’aria di cambiamento, che si coglie dai territori che sto continuamente girando. Dopo 28 anni di ininterrotto governo di centrodestra, Fontana e la sua giunta non hanno più nulla da offrire salvo un sostanziale conservatorismo».

La partita è aperta?

«Assolutamente sì, aldilà dei sondaggi. Noto, tra l’altro, che Fontana viene indicato con una percentuale inferiore di voti rispetto alla somma delle liste che lo sostengono. Segno che una parte degli stessi elettori del centrodestra sono incerti. Bene!».

Cosa ha in mente?

«Io conto sugli elettori di centrodestra delusi e che vogliono cambiare marcia a prescindere dal loro pensiero politico. E ancora di più sugli elettori del Terzo Polo che sanno che il voto a Letizia Moratti, autorevole rappresentante del centrodestra, tutto è meno che un voto utile e di cambiamento. La partita, dunque, è a due, tra me e Fontana, ed io mi batterò fino all’ultimo».

Il suo primo intervento in caso di vittoria?

«Sicuramente un provvedimento di emergenza sulle liste d’attesa delle prestazioni sanitarie. Perché sono l’esempio di tutto quello che non va nella sanità lombarda oggigiorno».

Nella Sanità lei dice che serve un cambio di marcia. Come?

«Ridando un ruolo non più burocratico ai medici di medicina generale. Ripensando la riforma della sanità promossa da Fontana e Moratti coinvolgendo i dottori, gli infermieri, le professioni sanitarie, le associazioni dei pazienti, delle loro famiglie e il terzo settore. Una riforma non scritta sulle loro teste ma sulla base dei loro contributi. Una riforma che dia piena attuazione alle Case di Comunità, rendendole veramente l’hub dell’assistenza socioassistenziale come le avevamo pensate chiedendo i contributi in Europa tramite il Pnrr».

Ha dichiarato che ribalterà Trenord. Come farà?

«Un cambiamento di management e di impostazione operativa andando subito a intervenire sulle linee più in sofferenza e rilanciando il rapporto con Rfi. Richiederà tempo ma daremo nuova vita al servizio di trasporto pubblico locale puntando anche alla gratuità per gli under 25».

Sul fronte Aler, invece, come intende procedere?

«Sarà rivoluzionata, perché è un caso internazionale di malagestione.

Rilanceremo l’edilizia pubblica non a parole ma con fatti concreti, quindi, si interverrà subito sui 15mila alloggi attualmente vuoti, andando a curare una rapida assegnazione anche a favore di quei nuclei familiari che possono sostenere, seppur parzialmente, i costi di ristrutturazione. Aler non è stata capace di dare efficaci risposte in diverse realtà lombarde, non solo a Milano».

Di cosa ha maggiormente bisogno, oggi, secondo lei, la Lombardia?

«Di maggiore giustizia sociale e di vicinanza a chi in questo momento si trova più in difficoltà. Una regione solidale e che torna a correre. Una regione più giusta ed europea».

Perché gli elettori non dovrebbero rieleggere il governatore uscente Attilio Fontana?

«Perché è la personificazione dell’immobilismo e della gestione non accurata di Regione Lombardia».

Facciamo il gioco della torre: butta giù Fontana o Moratti?

«È possibile entrambi? Perché rappresentano il vecchio e sono due visioni di centrodestra che si fanno la guerra. Comunque, se devo proprio scegliere, butto Fontana, perché la sfida è tra me e lui».

Ha invitato gli elettori del Terzo Polo ad un voto utile. Cosa intende?

«È chiaro che Letizia Moratti arriverà terza. Chi ha votato Terzo Polo alle legislative e che probabilmente lo voterà alla prossima tornata elettorale non vuole rivedere in sella Fontana e Moratti. Il voto a Moratti non è quindi utile per il cambiamento. E so che molti elettori del Terzo Polo sono in sofferenza, perché criticavano (come gli esponenti di Azione in Consiglio regionale) Moratti da assessore alla Sanità. Il mio invito è pensarci bene e votare per l’unico cambiamento possibile, anche perché il turno è unico e vince chi ha un voto in più».

L’incognita astensionismo aleggia: un messaggio alle persone che non vogliono andare a votare.

«Il voto è importante ed è un dovere. Inoltre, è anche una bella occasione. Io conto, in questi ultimi giorni, di convincere tanti elettori che sono ora in dubbio di andare alle urne per dare una svolta in Lombardia».

Qualche rito scaramantico o portafortuna nel rush finale prima del voto?

«Ho un bisnonno napoletano e il portafortuna non lo dico. Per scaramanzia».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Febbraio 2023, 08:26
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