DrefGold, il rapper accusato di spaccio: «Ma quale pusher, guadagno già tanto con i concerti»

DrefGold, il rapper accusato di spaccio: «Ma quale pusher, guadagno già tanto con i concerti»

di Vittoria Golinelli
Il trapper DrefGold, all'anagrafe Elia Specolizzi, non ha bisogno di spacciare perché guadagna già «decine di migliaia di euro all'anno» con la sua attività di cantante. È questa la tesi che il suo legale, l'avvocato Niccolò Vecchione, ha spiegato nel corso della prima udienza del processo a carico dell'artista, arrestato il 23 agosto dopo che la polizia ha trovato a casa sua a Pero oltre 100 grammi di marijuana e hashish e 12mila euro in contanti. Il legale ha anche depositato una serie di documenti proprio per dimostrare i redditi incassati dal 22enne.

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Il giudice ha anche ammesso tutti i testimoni chiamati a deporre dalla difesa di DrefGold. Tra i testimoni il difensore, oltre ad alcuni ragazzi che erano con il trapper quel giorno, ha citato anche il padre di Specolizzi, perché, sostiene la difesa, una parte dei contanti erano un regalo del genitore per fare dei lavori di ristrutturazione nell'appartamento milanese del figlio.

Davanti al giudice della nona sezione penale Angela Martone, il viceprocuratore onorario ha chiesto di sentire in aula gli agenti che arrestarono il cantante, considerato uno dei migliori rapper della nuova generazione. DrefGold, che ha quasi 500mila fan su Instagram, ha pubblicato l'anno scorso il primo album solista Kanaglia e vanta collaborazioni con grossi nomi della scena trap come Sfera Ebbasta e Capo Plaza ed è entrato nell'etichetta fondata dallo stesso Sfera e Charlie Charles, la BillionHeadz Music Group.

«Sono un consumatore conclamato di cannabis in quantità massicce», aveva spiegato il ragazzo, anche oggi presente in aula con le sue trecce colorate, al giudice che a fine agosto ha disposto per lui solo l'obbligo di firma e non i domiciliari come chiedeva, invece, la procura. «Non spaccio, quella era la mia scorta personale per l'estate e quei soldi li ho guadagnati col mio lavoro», aveva aggiunto il 22enne che si proclama «innocente». Il giudice ha rinviato l'udienza al 12 novembre per ascoltare i testimoni e per le conclusioni di accusa e difesa. Lo stesso giorno potrebbe arrivare anche il verdetto.
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Settembre 2019, 09:48
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