Milano, emergenza Covid: in 60 giorni 3160 persone in più in coda alla Caritas

Emergenza Covid: in 60 giorni 3160 persone in più in coda alla Caritas

di Giovanni Migone

La Milano che si assembra davanti alle vetrine sfavillanti per fare i regali di Natale. E la Milano della povertà sempre meno sommersa che si mette in coda per un pasto o per riempire la dispensa con l’aiuto dei volontari. Continuano a accumularsi i dati e le statistiche che sanciscono la crisi economico-sociale da pandemia. A fine ottobre, la Caritas Ambrosiana aveva lanciato un primo allarme, parlando di novemila persone impoverite dal Covid che si erano rivolte ai centri di ascolto nei mesi del lockdown. Il nuovo dato è quello relativo agli Empori della Solidarietà della Diocesi di Milano: dal 18 ottobre, data in cui il Dpcm del governo ha imposto le nuove limitazioni anti-contagio, sono aumentate del 45% le persone che sono ricorse a queste strutture per fare la spesa.

L’aumento della richiesta di aiuto per mangiare un pasto si somma a quello che già si era registrato dopo il primo lockdown di primavera, quando i beneficiari erano raddoppiati. Negli ultimi mesi, 3160 nuovi impoveriti dalla pandemia hanno fatto affidamento su questa rete di assistenza per soddisfare un bisogno primario come il cibo, portando il totale degli utenti del servizio a superare quota diecimila. Per far fronte all’aumento della domanda, la rete degli Empori della Solidarietà si è arricchita di un ulteriore tassello: a Rho, all’interno di un capannone della parrocchia San Paolo, l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha inaugurato e benedetto il decimo centro di distribuzione.

«I poveri – ha sottolineato l’arcivescovo – vanno aiutati a non esserlo più.

L’emporio non è assistenzialismo, ma stimola le persone ad essere cittadini attivi, attraverso un aiuto nel momento del bisogno». Nei prossimi mesi, per far fronte a uno scenario di difficoltà crescente e ancora difficilmente quantificabile, la Caritas Ambrosiana ha in programma di implementare tale rete, aprendo altre due sedi. All’interno degli empori, le famiglie in condizione di necessità individuate dai centri di ascolto della Caritas e dai servizi sociali del Comune, potranno trovare tra gli scaffali prodotti alimentari, per l’igiene personale e per la casa, pagando alla cassa invece che con il denaro con una tessera a punti assegnata in base alle loro necessità. A rifornire i magazzini saranno, oltre agli acquisti della Caritas, anche le donazioni della grande distribuzione.


Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Dicembre 2020, 02:00
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