Corrado Tedeschi: «Evans e Davis, vi svelo il loro Kind of blue»

Corrado Tedeschi: «Evans e Davis, vi svelo il loro Kind of blue»

di Ferro Cosentini
Mettere Kind of Blue sul piatto, tuffarsi tra quelle note; ed è facile dimenticare tutto ciò che c'è dietro. Ad esempio, luci e ombre dei protagonisti di quell'impresa discografica che ha segnato la musica jazz mondiale. In quel chiaroscuro si insinua il testo di Massimo Gagliani Note in bianco e nero. Il genio bianco Bill Evans alla corte di Miles Davis, monologo affidato a uno specialista come Corrado Tedeschi. In scena al Franco Parenti domani in data unica, lo spettacolo celebra il quarantennale esatto della morte di Evans, avvenuta il 15 settembre 1980.

Com'è nato l'approccio a questo testo?
«Ho sempre amato la musica, e ho ascoltato molto jazz. Non di questo genere, però. Misurarmi con il testo di un esperto come Gagliani, e cedere all'invito di Andrée Ruth Shammah che mi voleva protagonista, è stata una fortuna».

Due artisti molto diversi per carattere e formazione, Evans e Davis.
«Questi due uomini valevano uno Chopin e un Liszt, artisti che nascono una volta nella storia. A legarli c'era la musica e purtroppo alcune fragilità, come la schiavitù della droga. Forse il genio ha un suo peso insopportabile».

Cosa avviene sul palco?
«Ci sono filmati, fotografie, e la loro musica che mai ci abbandona. Poi c'è il racconto: io sono la voce di un fotografo, immaginato dall'autore, che assiste all'incisione di Kind of Blue senza la possibilità di fare scatti. Assiste all'incontro-scontro tra un pianista bianco dall'aria distinta, Evans, e un dittatore nero come Miles Davis, che chiamavano il Principe delle tenebre».

Il teatro, per ora, vive di monologhi: è ottimista per il futuro?
«Il teatro non deve arrendersi, e il successo del Parenti questa estate dice che la gente ne sente il bisogno. Da ottimista quale sono, a ottobre sarò al Teatro Manzoni con Debora Caprioglio in Amore mio aiutami, adattato dalla commedia con Alberto Sordi e Monica Vitti, e a novembre al Teatro Martinitt con mia figlia Camilla in Partenza in salita, un racconto autobiografico molto divertente».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Settembre 2020, 09:00
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