Coronavirus, Galli: «Primi casi a Milano, la città va protetta»

Coronavirus, Galli: «Primi casi a Milano, la città va protetta»
«Di pazienti che vengono da Milano città ne stiamo vedendo. Non siamo in condizione di dire che sono, ad esempio, tre casi alla Bovisa o a Porta Ticinese, ma ci troviamo nella situazione in cui l'estensione dell'epidemia è importante. Capiamo che qua e là le persone la malattia ce l'hanno e il punto adesso è arginare, arginare, arginare». Così Massimo Galli, a capo del reparto di Malattie infettive del Sacco, in un'intervista a Repubblica in cui sottolinea l'importanza di proteggere il capoluogo lombardo.

«Gran parte delle misure di contenimento devono servire a evitare il peggio in una zona di grande concentrazione di popolo come l'area metropolitana milanese. Su questo va fatto il massimo sforzo, perché più è concentrata la popolazione, più è possibile che si estenda l'infezione, ovviamente», rileva Galli.

Giulio Gallera, l'assessore al Welfare della Lombardia, ci tiene a spiegare gli sforzi per trovare nuovi posti di terapia intensiva che diventano sempre più necessari con l'emergenza Coronavirus. «Noi stiamo dando il massimo - dice all'Ansa -, stiamo aiutando i presidi ospedalieri sotto pressione». «In due giorni abbiamo spostato 90 pazienti in autoambulanza da Cremona, Crema, Bergamo, Seriate e portato in altre strutture, una capacità di reazione eccezionale, ma sempre più difficile.
Speriamo - conclude - non arrivi il giorno in cui non riusciamo a offrire una risposta alla crescita del bisogno».

Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Marzo 2020, 11:13
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