Coronavirus a Milano, lo stilista Peter Langner cuce mascherine da regalare al quartiere: «Sono introvabili, vorrei fare di più»
di Ilaria Del Prete
E così, lì dove solitamente si disegnano e prendono vita gli abiti per il giorno più bello, ora si sta compiendo un gesto di solidarietà. Senza dimenticare la sicurezza: «È indispensabile - spiega Langner che indossa guanti e proprio una delle sue mascherine - pulire e igienizzare i ritagli di tessuto, la macchina da cucire, il ferro da stiro e tutti i materiali necessari. Ci vuole un po' di tempo, e per questo motivo riesco a realizzare solo 60 o al massimo 70 maschere al giorno. Vorrei poter fare di più».
Da stilista, un occhio di riguardo è dedicato al modello e alla scelta dei tessuti - lavabili - delle sue mascherine: «Mi sono inventato un modello completamente aderente al viso, che copra perfettamente naso e bocca ma allo stesso tempo consenta di parlare. Sto usando un cotone molto morbido per le parti che vengono a contatto con la pelle, ma all'interno ci sono uno strato di mikado di seta - molto pesante ma traspirante - e uno simile a un lenzuolo», dice.
Per quanto continuera? Langner non sa dirlo, finché ce ne sarà bisogno. Finché vedrà nel suo quartiere - nella zona Sud di Milano - anziani spaesati andare a fare la spesa senza mascherina perché non riescono a trovarne in farmacia.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Marzo 2020, 13:45
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