Coronavirus in Lombardia, Confindustria: «Il no alla zona rossa ad Alzano e Nembro concordato con la Regione»

Coronavirus in Lombardia, Confindustria: «Il no alla zona rossa ad Alzano e Nembro concordato con la Regione»
Il 'fungo' della bomba atomica, come ha espresso metaforicamente Giulio Gallera parlando dell'emergenza coronavirus in Lombardia, ha avuto il suo epicentro nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro, in provincia di Bergamo. Da giorni ormai ci si chiede perché, in quell'area fortemente industrializzata e densamente popolata, nessuno abbia pensato ad istituire una "zona rossa" come avvenuto precedentemente a Codogno. C'è stato un continuo rimpallo di responsabilità tra la Regione Lombardia e il Governo Conte, ma oggi arriva una clamorosa rivelazione da parte di Marco Bonometti, presidente della sezione lombarda di Confindustria.

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«Nelle riunioni che abbiamo avuto concadenza quasi quotidiana tra fine febbraio e i primi giorni di marzo, anche in sede di Patto di sviluppo con artigiani, commercianti, lega delle cooperative e sindacati, la Regione è sempre stata d’accordo con noi nel non ritenere utile, ma anzi dannosa, una eventuale zona rossa sul modello Codogno per chiudere i comuni di Alzano e Nembro», ha spiegato il numero uno degli industriali lombardi a Il Fatto Quotidiano.

Negli ultimi giorni, anche da parte della regione Lombardia ci sono state delle prime ammissioni di responsabilità. L'assessore al Welfare, Giulio Gallera, aveva infatti affermato ad Agorà: «Avremmo potuto fare noi la zona rossa? Ho approfondito ed effettivamente c’è una legge che lo consente, ma nel momento in cui il Governo stava assumendo una decisione, aveva senso prenderla autonomamente quattro ore prima?».

Sempre secondo Il Fatto Quotidiano, che riporta una fonte presente alle varie videoconferenze tra Governo e Regione Lombardia, le autorità regionali avrebbero scelto una strategia attendista: «Nelle varie riunioni di inizio marzo, di fronte ai dati anomali di contagio tra Alzano e Nembro (Bergamo) e Orzinuovi (Brescia), annunciati dall'Istituto superiore di sanità al Comitato tecnico-scientifico, né Fontana né Gallera hanno mai chiesto l'istituzione di una zona rossa. La sensazione era che la giunta lombarda aspettasse una decisione modello Codogno, presa da Roma, senza doversi intestare la responsabilità della chiusura di Alzano e Nembro, come la legge gli avrebbe invece consentito di fare».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Aprile 2020, 16:39
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