Coronavirus, l'ira del primario milanese: «Fanno i tamponi a calciatori e vip ma non ai medici in prima linea»

Coronavirus, l'ira del primario milanese: «Fanno i tamponi a calciatori e vip ma non ai medici in prima linea»

di Enrico Chillè
«Negano i tamponi ai medici in prima linea, anche quelli che si sentono male, ma poi li fanno tranquillamente ai vip, anche senza sintomi: questa è una grave e inaccettabile discriminazione».
Uno sfogo più che comprensibile, quello di Nicola Mumoli, primario di Medicina dell'ospedale di Magenta (Milano), che dirige medici che stanno eroicamente fronteggiando l'emergenza coronavirus.

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Il dottor Mumoli ha scritto una lettera al Corriere della Sera, in cui denuncia la disparità di trattamento tra personaggi famosi e chi, invece, ogni giorno lavora rischiando il contagio. «Da settimane, con immenso e costante sforzo di tutti i miei collaboratori, curiamo oltre 130 pazienti affetti da Covid-19: non conosciamo più orari, riposo e recuperi e siamo costantemente esposti ai rischi. Finora sono 2629 i sanitari contagiati e 14 i deceduti, ma non fanno notizia perché "non fanno più rumore del crescere dell’erba", come scriveva Ungaretti» - spiega Nicola Mumoli - «Una mia collaboratrice si è ammalata, con tutti i sintomi, ma le è stato ripetutamente negato il tampone. Poi però scopriamo che ci sono calciatori, attori e politici che, anche senza sintomi, sono risultati positivi al tampone perché hanno avuto contatto con persone sintomatiche».

Il primario poi lancia un allarme: «Possiamo solo ipotizzare un contagio da coronavirus per la mia collaboratrice, oltre a essere ragione di preoccupazione e angoscia, non le consente di applicare le linee guida in fieri sull’eventuale assunzione di farmaci antiretrovirali né di scegliere i corretti tempi del rientro al lavoro. C'è troppa ipocrisia, sono tutti pronti a celebrare il personale sanitario in prima linea ma poi si preferiscono i vip e noi torniamo alla condanna di sparire sotto quella mascherina che indossiamo ogni giorno per fare un lavoro che mai come ora consideriamo un privilegio».
Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Marzo 2020, 18:48
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