Coronavirus, allarme asili nido e scuole dell'infanzia: «Senza linee guida non si riapre»

Coronavirus, allarme asili nido e scuole dell'infanzia: «Senza linee guida non si riapre»
Se la situazione della riapertura delle scuole appare ormai da tempo spinosa, l'emergenza coronavirus rischia di creare ancora più caos per quanto riguarda gli asili nido e le scuole dell'infanzia. La riapertura, prevista per il 1 settembre, rischia di essere in forte dubbio e in tutta Italia non mancano i problemi. «Senza linee guida non si può riaprire», denunciano alcune cooperative, mentre i genitori non risparmiano critiche agli enti locali e alla ministra Lucia Azzolina.

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A Milano, ad esempio, preoccupa molto l'allarme lanciato dall'assessora all'Educazione e all'Istruzione, Laura Galimberti, ha spiegato che senza indicazioni precise su come gestire gli spazi, ci sono circa tremila bambini che rischiano di essere esclusi. Come se non bastasse, i primi inserimenti sono slittati a ottobre, come ha informato il Comune alle famiglie assegnatarie dei posti. I genitori sono furiosi e non mancano le proteste: «Viviamo nell'ansia, uno si chiede "I miei figli saranno tra quei tremila bambini che non saranno accolti nei servizi pubblici?». Da Palazzo Marino è arrivata solo una timida rassicurazione: «Le norme anti-contagio impongono un ridimensionamento della capienza, per la sicurezza di educatori e bambini. Stiamo comunque mappando tutti gli spazi per ricavare più posti possibili». L'ultima speranza per gli asili nido pubblici è il ripescaggio, previsto per il 10 agosto, che però non dovrebbe garantire l'accesso a tutti i tremila bambini a rischio.

Dalla stessa maggioranza che sostiene in Comune il sindaco Beppe Sala non manca la preoccupazione. «La situazione è allarmante, c'è apprensione e un po' di imbarazzo», ha spiegato Anita Pirovano, capogruppo di Milano Progressista in Comune. Le opposizioni sono sul piede di guerra, come denuncia Matteo Forte di Milano Popolare: «La giunta Sala, tra un video social del sindaco e uno spot con rapper di successo, si è dimenticata dei servizi per l'infanzia, di sua stretta competenza».

Non va troppo meglio a Roma, dove sono state pubblicate le graduatorie per l'accesso ai nidi: i genitori dovranno accettare il posto entro il 30 luglio e dal giorno seguente partiranno le accettazioni per chi è in lista d'attesa. A rischio, nella Capitale, ci sono circa duemila bambini. Enrico Cavallari, capogruppo di Italia Viva alla Regione Lazio, ha attaccato la giunta Raggi: «Nei nidi e nelle scuole dell'infanzia di Roma è caos, ogni volta che vengono banditi concorsi, le mandrakate che dovrebbero risollevare le sorti di Roma finiscono in disastri. L'ultima procedura prevede addirittura assunzioni con riserva di concorrenti che hanno partecipato senza titoli.
Forse la Raggi confida nella ministra Azzolina che, in quanto a procedure bizzarre, ci ha già abituati: proprio in queste ore ha infatti lanciato la proposta di reclutare insegnanti non ancora laureati per impegnarli nelle scuole
».
 
Anche in Emilia-Romagna la riapertura all'inizio di settembre è a rischio: si attendono linee-guida entro il 31 luglio e le cooperative che gestiscono i servizi scolastici, oltre a lanciare l'allarme, hanno avanzato alcune proposte. Tra queste: accoglienza-triage, utilizzo di dpi, sanificazioni costanti, accordi di corresponsabilità tra gestori e famiglie (con la possibilità di realizzare tamponi e/o test sierologici agli operatori) e linee-guida in presenza di casi Covid o altre malattie. Ma soprattutto una revisione a livello regionale dei parametri organizzativi (numero di operatori in rapporto al numero di bambini) e strutturali (metri quadri a disposizione di ogni singolo bambino), così come quelle sull'inserimento di sostegni ai bambini disabili e dei servizi pre e post scuola.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Luglio 2020, 14:23
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