Caso camici, procura Milano chiede processo per Fontana. Il governatore: «Cosa prevista e prevedibile»

Salvini: «La richiesta della procura di Milano è semplicemente vergognosa: chi ha aiutato la propria comunità dev'essere ringraziato e non processato»

Caso camici, procura Milano chiede processo per Fontana. Il governatore: «Cosa prevista e prevedibile»

La procura di Milano chiede il processo per il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana indagato nell'indagine sull'affidamento da parte della Regione della fornitura da circa mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione individuale a Dama, società del cognato Andrea Dini. Fontana è indagato per frode nelle pubbliche forniture. La richiesta di processo riguarda anche, oltre lo stesso Dini, Filippo Bongiovanni ex dg di Aria, Carmen Schweigl dirigente della stessa società e Pier Attilio Superti, vicesegretario generale del Pirellone. 

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Per Fontana la richiesta del rinvio a giudizio da parte dei pm di Milano sul cosiddetto caso camici era «prevista e prevedibile. Non è che ci fossero molte alternative» ha detto il governatore all'inaugurazione delle iniziative per il Natale di piazza città di Lombardia con l'accensione delle luminarie. Diverso il commento del leader della Lega Matteo Salvini: «La richiesta della procura di Milano è semplicemente vergognosa: chi ha aiutato la propria comunità dev'essere ringraziato e non processato».

«Tutto come volevasi dimostrare. Non c'è nulla di sorprendente dal momento che non è stata accolta la nostra richiesta di archiviazione. D'ora in poi avremo a che fare con un giudice davanti al quale ci difenderemo seduti allo stesso livello dell'accusa. Fontana è certo della sua estraneità alle vicende contestate». Così l'avvocato Jacopo Pensa che, assieme a Federico Papa, ha commentato la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm di Milano.

L'inchiesta dei pm Paolo Filippini e Carlo Scalas, coordinata dall'aggiunto Maurizio Romanelli, vede al centro della vicenda una fornitura di 75mila camici che in piena emergenza Covid il presidente della Regione Lombardia Fontana cercò - il 19 maggio 2020 - di «risarcire» a titolo personale al cognato bonificando 250mila euro, quasi l'intero valore della merce consegnata da Dini alla Regione. Una mossa, si legge nella chiusura indagine, fatta «allo scopo di tutelare l'immagine politica del presidente della Regione Lombardia, una volta emerso il conflitto di interessi derivante dai rapporti di parentela» con il fornitore. 

La singolare causale ('Acconto fornitura camici a favore di Aria spà) e la cifra rilevante dell'operazione fecero però scattare una segnalazione a Banca d'Italia e quindi alla procura milanese, titolare dell'indagine. Fontana, inizialmente propenso a farsi sentire dai magistrati, ha poi declinato l'invito «riservando - ha spiegato il suo difensore, l'avvocato Jacopo Pensa - le proprie difese alle fasi processuali successive di fronte a giudici terzi».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Dicembre 2021, 08:10
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