Milano, è caos movida: «Stop alle notti bianche»

Caos movida: «Stop alle notti bianche». I comitati dai Navigli al Sempione: «Situazione insostenibile»

di Simona Romanò
«La movida va gestita. Adesso è un fenomeno fuori controllo che, oltre a recare disagi agli abitanti, provoca degrado e problemi di ordine pubblico». Così i comitati cittadini anti-movida selvaggia insorgono e chiedono al Comune «di mettere regole».
I residenti dei quartieri del divertimento sono sul piede di guerra, perché anche d'inverno il caos non dà tregua, dall'happy hour all'alba. Non solo i gruppi storici, dal Comitato Navigli alla Cittadella del Ticinese, da ProArcoSempione al Garibaldi. Ma anche nuove realtà, come il Lazzaretto di Porta Venezia e Sant'Agostino. Tutti all'assemblea del Coordinamento nazionale No Degrado e Malamovida, tenutasi al Municipio 1 per studiare una strategia comune.

RUMORE E RIFIUTI. I disagi sono gli stessi ovunque. Il rumore spacca i timpani: durante un sopralluogo di Gabriella Valassina del Comitato Navigli, lo scorso 24 ottobre, dalla Darsena alle sponde dei Navigli, il fonometro segnava dai 76 agli 80,9 decibel. Ben oltre la soglia dei 50-55 decibel stabilita dalla legge nelle zone residenziali. «Non c'è pace anche dopo la chiusura dei locali, perché i clienti bivaccano in strada. E al mattino, sui marciapiedi, rifiuti e cocci di bottiglie», spiega. Senza trascurare le urla e risse tra ubriachi. «Schiamazzi e liti segnano le nottate all'Arco della Pace - prosegue Franco Spirito di ProArcoSempione - Inaccettabile. In cento metri di strada, abbiamo contato 1500 posti a sedere nei tavolini all'aperto». Un tappeto di bottiglie rotte anche in piazza Sant'Agostino. «Nei weekend le finestre dei palazzi tremano per la musica», dice Maurice Spier del quartiere Lazzaretto.

LE RICHIESTE. Tra le istanze che i comitati cittadini chiederanno al Comune: la chiusura dei dehors a mezzanotte; la realizzazione di un piano acustico; servizi di pattugliamento della polizia nelle strade; divieto del vetro. Il comitato nazionale arriva addirittura a ipotizzare una querela per omissione ai sindaci di tutte le città aderenti perché, secondo i residenti, «non si preoccupano della salute dei cittadini».

LA MAGGIORANZA
Filippo Barberis, capogruppo Pd, cosa risponde ai residenti arrabbiati?
«Ascoltiamo le esigenze di tutti. Ora dobbiamo trovare un punto di equilibrio: no alla movida selvaggia, ma no anche ad una città che chiude i battenti alle 21, con una popolazione studentesca in crescita, a oggi di 200mila persone. Ragioniamo insieme. Passare alle vie legali non è un modo per trovare soluzioni».

Quali azioni pensate?
«Stiamo sperimentando alcune strategie, come ad esempio in via Lecco dove è in corso un dialogo con i locali affinché provvedano a contenere l’esuberanza dei clienti con gli addetti alla security. Il dialogo con gli esercizi è aperto anche al Ticinese e Colonne di San Lorenzo». 

Altre iniziative?
«Stiamo ragionando per responsabilizzare i locali e vogliamo potenziare i presidi di forze di polizia e vigili».

L'OPPOSIZIONE
Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia, sostiene i comitati?
«Siamo al fianco dei residenti, perché il Comune non ha ascoltato nessuna delle loro richieste. E comprendo l’idea di una querela al sindaco. L’amministrazione si svegli e imponga regole, che non danneggiano le attività commerciali serie, ma solo chi anima la malamovida».

Quale strategia propone?
«Come partito abbiamo già chiesto, invano, di potenziare le risorse per aumentare le uscite dell’Arpa così da controllare il rumore. Ora proseguirei con le ordinanze, per esempio, proibendo la vendita di alcolici dopo le 21 ai market, sempre aperti e spesso gestiti da stranieri, nelle zone della movida».

Altro?
«Agevolazioni sulle tasse comunali ai gestori che controllano ciò che accade davanti al locale».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Novembre 2019, 10:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA