«Quando le spese diventano insostenibili, mettere una pizza margherita a 10 euro e passare da ladro o chiudere l'attività?». Se lo chiedeva Alberto Rovati, titolare della pizzeria Funky Gallo a Roncadello, frazione di Casalmaggiore, in provincia di Cremona, che al cartello fuori dal suo locale ha 'allegato' la bolletta da oltre 4mila euro per la luce di luglio, triplicata rispetto all'anno scorso.
Una provocazione, come spiega oggi all'ANSA, ma il concetto resta: con questi rincari è durissima andare avanti. «Non venderò la pizza a 10 euro, non sono mica Flavio Briatore. Il prezzo rimarrà di 5,50 finché riesco a restare aperto», ha detto dopo che su quel cartello si è scatenato il caso: in tanti lo hanno chiamato, impressionati da quella bolletta. Un esborso di oltre 4mila euro, «il 300% in più» rispetto alla bolletta dello stesso mese del 2021, che si era fermata a 1350 euro.
La sua iniziativa ha suscitato diverse reazioni, specialmente sui social.
Ricevere quella bolletta è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il rincaro sulla luce è stato infatti quello più significativo, anche se le difficoltà si incontrano anche con il gas e con le materie prime come olio e grano i cui costi sono schizzati negli ultimi mesi. Per non parlare delle spese di affitto del locale. Sono bastati dei semplici calcoli per capire che vendere una margherita a 5-6 euro non conviene più. «Il mio comunque era un messaggio che non era riferito a nessuno, volevo solo fotografare la realtà», aggiunge Rovati che racconta di aver ricevuto la solidarietà anche di altri colleghi «in situazioni analoghe».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Agosto 2022, 20:45
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