Milano, la baby gang di migranti che rapina per vendetta: arrestati 3 minorenni

Milano, la baby gang di migranti che rapina per vendetta: arrestati 3 minorenni

di Salvatore Garzillo
Si muovevano in branco in cerca della vittima, un blocco unico spinto dalla fame di contanti e cellulari, una baby gang violenta i cui componenti si chiamavano fratello. Ed è così che si sentivano, parte di una famiglia. A unire i cinque protagonisti di questa storia c'è il comune destino di immigrati minorenni non accompagnati arrivati dall'Egitto. Né genitori, né parenti prossimi. Soli in un Paese straniero, sbarcati sulle coste di Sicilia e Calabria e subito fuggiti dai centri di accoglienza in cerca di fortuna al Nord.

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Si sono ritrovati a Milano, tra le vie di Ticinese, a spacciare assieme alle colonne di San Lorenzo. Si è formata così la loro banda. Lunedì gli agenti del commissariato Porta Genova ne hanno arrestati tre per nove rapine commesse nel 2019 tra Colonne, Porta Genova e Darsena. «Ma ci sono almeno altri 9 episodi su cui stiamo lavorando - ha spiegato il dirigente del commissariato Manfredi Fava - il gruppo era formato da 5 persone, il capo era un maggiorenne che è stato già espulso, mentre un quarto minorenne è attualmente irreperibile. La baby gang era molto violenta, minacciava le vittime usando cocci di bottiglia e le colpiva con schiaffi e spintoni. Il caso più grave è avvenuto alla stazione di Porta Genova, dove un loro connazionale è stato aggredito in banchina e uno dei minorenni, quando lo ha sentito parlare in egiziano, è letteralmente impazzito e lo ha spinto sui binari».

Sono stati i suoi amici a fermarlo e a convincerlo a lasciar risalire la vittima poco prima che arrivasse il treno. Il ragazzo, picchiato e rapinato, dopo aver denunciato l'episodio ha scritto una accorata lettera al presidente della Repubblica Mattarella per raccontare l'episodio.
Intanto i 5 hanno continuato a imperversare nella zona. Per un periodo hanno dormito in due auto abbandonate nel parcheggio della stazione di Porta Genova finché, a seguito dei continui controlli della polizia, hanno spaccato il vetro di una finestra e hanno iniziato ad accamparsi in un deposito ferroviario.

«La loro violenza sembrava quasi un modo per affermare sé stessi, per vendicarsi della vita che stavano conducendo - hanno raccontato gli investigatori - però sono pur sempre ragazzini con insicurezze e paure. Quando li abbiamo portati in commissariato sono scoppiati in lacrime e hanno confessato altri episodi che non conoscevamo».
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Febbraio 2020, 10:25
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