Milano, autista Atm aggredito: «Io assediato nella cabina sul mio autobus notturno»

Autista Atm aggredito: «Io assediato nella cabina sul mio autobus notturno»

di Simona Romanò

«Se i miei aggressori fossero riusciti a rompere il vetro della cabina di guida mi avrebbero massacrato di botte, ero imprigionato nel gabbiotto. Stavolta me la sono cavata, ma non scorderò mai quella notte». Romeo B., 51 anni, sposato con figli, autista di Atm da 25 anni, è da oltre 10 alla guida della linea notturna 729, che collega Sesto Primo Maggio (M1) alla Comasina (M3). Racconta a Leggo «l’aggressione choc che ho subito venerdì 11 ottobre alle 20,30». Niente cognome, «per il timore che quei due mi possano rintracciare».

Signor Romeo, che cos’è successo?

«A Sesto sono saliti due italiani, sui 45 anni, ubriachi, che hanno iniziato a gridare fra loro. A un certo punto mi hanno urlato che avevano sbagliato fermata e dovevano scendere immediatamente».

Cos’ha fatto?

«Ho risposto in modo pacato che non era possibile perché il mezzo era in corsa. Non si sono convinti e sono passati agli insulti. Non ho reagito, proprio per scongiurare il peggio, però, al semaforo rosso di via Monfalcone angolo via Togliatti, gli ho detto di smetterla».

E loro?

«Si sono catapultati verso la cabina di guida per fracassare il vetro a calci, pugni, spallate con una furia mai vista.

Hanno cercato di forzare la porta di protezione con tutta la violenza che avevano in corpo e poi hanno provato a scavalcare il vetro per prendermi la testa dall’alto, ma alcuni giovani passeggeri coraggiosi li hanno un po’ allontanati».

E lei?

«Ero schiacciato al finestrino, ho premuto il pulsante di sicurezza per chiedere aiuto, pregando che il gabbiotto non si aprisse: ha retto, perché metto sempre una cinghia a rinforzare la maniglia. Infine, dall’alto mi hanno svuotato addosso un cartone della pizza con gli avanzi del cibo. Poi, ho sentito le sirene della polizia: ero salvo. Ma loro sono scappati».

Cosa prova?

«Tanta paura, perché ho rischiato di finire in ospedale, di non ritornare a casa dalla mia famiglia. E anche rabbia, perché non faccio il portavalori da rischiare ogni giorno la vita. Io e miei colleghi autisti sopportiamo insulti e prepotenze ad ogni corsa, ma ora il livello di violenza è davvero inaudito. Mi creda».

Cosa fare per proteggervi?

«I poliziotti in borghese a bordo sarebbero una benedizione».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Ottobre 2020, 08:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA