Arriva a Milano Arturo Brachetti, l'uomo dai mille volti: «Il segreto del mio successo? L'ansia»

Arriva a Milano Arturo Brachetti, l'uomo dai mille volti: «Il segreto del mio successo? L'ansia»

di Ferruccio Gattuso
 L’ha definito “una Ferrari ferma ai box”, il nuovo direttore Gianmario Longoni. Quella Ferrari rosso fuoco, vale a dire il Teatro degli Arcimboldi, gioiellino nel quartiere Bicocca, è pronta a tornare in pista con uno spettacolo non prima del mese di dicembre. Ma che spettacolo. Sarà infatti il più grande illusionista del mondo Arturo Brachetti il “pilota” che riporterà a correre – con Solo - il bolide teatrale milanese, dal 30 dicembre. Ma niente paura, i fan dell’illusionista non dovranno attendere fino alla fine del 2020.

Arturo Brachetti tornerà molto prima a Milano, e cioè
giovedì 20 agosto  al Cortile delle Armi del Castello nella cornice dell’Estate Sforzesca con Arturo racconta Brachetti.
Sarà lo stesso Arturo a raccontare il personaggio Brachetti, in una serata speciale fatta di confidenze, ricordi e viaggi fantastici. Fregoli, Parigi e le luci della Tour Eiffel, Ugo Tognazzi, le ombre cinesi, la macchina da cucire della mamma, la donna ignifuga, il Paradis Latin, e le mille fantasie di un ragazzo.

Arturo Brachetti e Milano, storia di un grande amore?
«Per me, torinese, Milano è sempre stata la metropoli più vicina. Qui si cercavano le consacrazioni. Una città come questa, se sei artista, non puoi non amarla».

Ci racconta il suo incontro-spettacolo al Castello Sforzesco?
«Si tratta di un racconto: insieme al vecchio amico e deejay di Radio Montecarlo Stefano Gallarini spiego la mia storia, rivelo aneddoti degli esordi, imprevisti dietro le quinte, alcuni folli come la donna ignifuga esplosa nel mio camerino».

Ci sarà spazio per qualcuno dei suoi numeri di pura magia?
«Certo, ma di quelli agili: col caldo che c’è mica posso indossare i miei vestiti da 25 chili. Farò trucchi col cappello a cilindro, ombre cinesi, un po’ di mimo e un numero inedito, che giudico molto commovente, in omaggio a Fabrizio De André. L’ho scritto durante il lockdown».

È stato duro per lei?
«Come per tutti. Ho scritto nuovi numeri e cucito nuovi abiti, visto serie tv, e fatto tanto allenamento: all’età che ho, sono over 60, dieta ferrea e palestra sono indispensabili».

La chiamano la Leggenda del Trasformismo: come si arriva a esserlo?
«Provando un’ansia continua. L’ho scoperto quando ero in Francia, una decina di anni fa: a Parigi, mesi e mesi in scena, sempre sold out, un sacco di soldi e di applausi. Perché stavo male? Perché mi sentivo arrivato al capolinea. Ma un bravo dottore mi disse: “lei ha bisogno di scendere dalla cima e cercarne una più alta da salire”. Detto, fatto».

Il 20 agosto.
Castello Sforzesco, ore 21, ingresso 23-18,50 euro

Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Luglio 2020, 10:19
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