Alessia Pifferi ha chiesto di visitare la tomba di sua figlia Diana, di cui è accusata di aver provocato la morte, ma la Corte d’Assise di Milano ha respinto la sua richiesta. I magistrati non consentiranno a Pifferi di lasciare temporaneamente il carcere di San Vittore dove è detenuta per aver abbandonato la bimba di 18 mesi nella casa di Ponte Lambro a Milano. La piccola, morta a luglio dello scorso anno, rimase per sette giorni senza alcun nutrimento, nè acqua da bere.
Non può uscire
La decisione della Corte milanese è stata motivata, citando la normativa prevista dall'articolo 30 dell'ordinamento penitenziario, che non prevede tale concessione. Secondo la valutazione degli psichiatri del carcere di San Vittore, la 37enne avrebbe un «gravissimo ritardo mentale», pari a un quoziente intellettivo di «una bimba di 7 anni».
Perizia psichiatrica
Secondo la difesa di Pifferi, dunque, la donna non avrebbe avuto la capacità di gestire una bambina e hanno chiesto ai giudici di esprimersi sulla sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti; la procura, per contro, ha sempre evidenziato che la 37enne ha agito «con lucidità», facendo riferimento al primo interrogatorio del 20 luglio in Questura, in cui appariva una donna «capace di descrivere nel dettaglio, senza far trasparire particolari emozioni, poco dopo il ritrovamento del corpo di Diana».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 31 Maggio 2023, 16:06
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