Bimba morta di stenti, Alessia Pifferi picchiata in carcere: l'aggressione «l'unica volta in cui non era isolata»

Lo rivela Solange Marchignoli, avvocata della donna arrestata per aver lasciato morire di stenti sua figlia

Bimba morta di stenti, Alessia Pifferi picchiata in carcere: l'aggressione «l'unica volta in cui non era isolata»

di Enrico Chillè

Alessia Pifferi, la mamma che ha lasciato morire di stenti la piccola Diana, è stata picchiata in carcere. Lo ha rivelato la sua legale, Solange Marchignoli, che ha spiegato il motivo per cui la 37enne, che si era allontanata per sei giorni da Milano, facendo morire la sua bambina di appena un anno e mezzo, si trova in isolamento.

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Alessia Pifferi picchiata in carcere

«Alessia Pifferi è in isolamento perché l’unica volta che non era isolata, l’hanno menata. Il giorno dopo l’udienza, la signora ha cercato di raggiungere una suora quindi deve aver fatto alcuni gradini da sola e le altre detenute l’hanno presa dai capelli, schiaffeggiata e menata», ha rivelato l'avvocata Solange Marchignoli al Corriere della Sera. La legale di Alessia Pifferi ha anche parlato dell'istanza rigettata dal gip, quella in cui veniva chiesto di far entare degli esperti in carcere per poter svolgere una consulenza neuro-scientifica: «Dobbiamo valutare lo stato cognitivo della donna, ma per il giudice ciò che potrebbero scrivere i consulenti potrebbe modificare il suo pensiero rispetto al dolo del reato».

 

«Alessia Pifferi incapace di elaborare la morte»

«Alessia Pifferi non è in grado da un punto di vista di struttura intellettuale di rappresentarsi l’evento morte.

Dubitiamo della sua capacità di elaborare un pensiero per questo abbiamo chiesto questo tipo di consulenza» - insiste l'avvocata Solange Marchignoli - «Per questo motivo, ciò che è stato scritto nell’interrogatorio, secondo me, non corrisponde esattamente a quello che lei ha cercato di raccontare».

L'interrogatorio e la richiesta dei legali

I legali di Alessia Pifferi hanno anche chiesto di avere audio e video dell'interrogatorio della donna. Per Solange Marchignoli, infatti, alcuni termini non sarebbero mai stati pronunciati dalla 37enne: «Ci serve una trascrizione delle sue parole, non un riassunto sintetico. Quando parlo con la signora Pifferi parlo con una persona che ha un vocabolario diverso, non posso poi leggere termini che si leggono soltanto nei libri di diritto perché vuol dire che c’è qualcosa di strano». L'avvocata di Alessia Pifferi ha poi aggiunto: «Appena arrivata in tribunale ci ha detto di essere spaventata, probabilmente non si aspettava di trovarsi tutte quelle persone. Io indosso guanti di velluto perché quello che è successo davvero in quella stanza, in quei giorni è solo nella mente di Alessia Pifferi».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Ottobre 2022, 07:45
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