Alberto Genovese al Gip: «Le ragazze conoscevano il sistema». E Giletti denuncia: «Hanno cercato di vendermi le immagini dello stupro»

Alberto Genovese al Gip: «Le ragazze conoscevano il sistema». E Giletti denuncia: «Hanno cercato di vendermi le immagini dello stupro»

 Alberto Genovese, l'imprenditore del web in carcere dal 6 novembre, ha negato di aver violentato la modella 23enne a Ibiza a luglio, così come aveva fatto dopo l'arresto per il caso della 18enne. Interrogato dal gip, dopo la seconda ordinanza di custodia cautelare, a quanto si è saputo, il 43enne ha sostenuto che la modella, così come le altre ragazze che partecipavano ai suoi festini a base di droga e andavano nella sua stanza, lo facevano consapevolmente. E avrebbe spiegato quel «sistema» in cui lui metteva a disposizione «tutto», compresa gran parte della cocaina che, comunque, di solito portavano gli uomini. 

Alberto Genovese, modelle giovani e magre dai social o dai locali: «Così pianificava gli stupri, ogni collaboratore aveva un compito»

In mattina l'interrogatorio di garanzia di Alberto Genovese, l'imprenditore del web finito in carcere il 6 novembre per aver stordito con droghe e stuprato una 18enne in un festino nel suo attico di lusso a Milano e che giovedì ha ricevuto una seconda ordinanza di custodia cautelare per presunti abusi, sempre dopo dosi massicce di cocaina e ketamina, ai danni di una modella di 23 anni il 10 luglio a Ibiza nella residenza chiamata “Villa Lolita”.

Proprio queste nuove accuse di violenza sessuale e cessione di droga sono al centro dell'interrogatorio davanti al gip di Milano Tommaso Perna, alla presenza anche del pm Rosaria Stagnaro, che si sta svolgendo in videoconferenza, ossia con Genovese collegato da San Vittore e i magistrati negli uffici del Palazzo di Giustizia milanese. Il giudice, invece, aveva respinto la richiesta d'arresto dei pm per altri 7 episodi: un presunto tentato abuso sempre nei confronti della 23enne e 6 casi di presunte violenze ai danni di altre due giovani che nelle scorse settimane avevano parlato sui media rinunciando all'anonimato.

Per il caso di Ibiza, di cui la giovane aveva già parlato a verbale prima che Genovese fosse arrestato per il presunto stupro della 18enne, a carico dell'ex 'mago” delle start up digitali ci sono una serie di testimonianze di ospiti a 'Villa Lolità che avrebbero visto uscire la ragazza dalla stanza in condizioni fisiche e psichiche «molto critiche».

Sarebbe stata resa incosciente e avrebbe subito abusi anche dalla fidanzata di Genovese, indagata per la presunta violenza e che nelle indagini ha negato le accuse. Genovese, a seguito del primo arresto, si era difeso spiegando che la dipendenza dalla cocaina gli fa perdere il confine tra legalità e illegalità e parlando pure di un accordo con la 18enne per un pagamento per quella notte.

Giletti: “Hanno tentato di vendermi immagini dello stupro”

Intanto il giornalista e conduttore Massimo Giletti ha anticipato questa mattina, in diretta su RTL 102.5 all'interno di NON STOP NEWS, una notizia che poi approfondirà in serata nel corso della sua trasmissione Non è l’Arena. «Ci siamo recati presso un ufficio di un commissariato di Roma e abbiamo fatto una denuncia perché qualcuno ha tentato di venderci le immagini dello stupro della giovane modella milanese stuprata da Alberto Genovese, noi ovviamente non abbiamo fatto nessuna trattativa, ma io ho deciso in autonomia di andare a denunciare per capire chi si nasconde dietro a questa cosa che io trovo ignobile e indegna, di dire che la ragazza era consenziente, stanno succedendo cose anomale al limite della giustizia». 


Ultimo aggiornamento: Domenica 28 Febbraio 2021, 16:35
© RIPRODUZIONE RISERVATA