Covid, medici morti sfondano quota 300: gli ultimi sono Leonardo Scalia e Antonio Luigi Cafagna

I medici morti di Covid sfondano quota 300: gli ultimi sono Leonardo Scalia e Antonio Luigi Cafagna

Mentre le strade si riempiono per l'euforia del ritorno in zona gialla sale a 305 vittime il bilancio dei medici morti in Italia durante la pandemia di Covid-19. Gli ultimi "caduti" sono Leonardo Scalia, medico e science writer, e Antonio Luigi Cafagna, ginecologo in pensione, Bartolo Tarsia, medico di medicina generale, Agostino Consolaro, medico in pensione che continuava a visitare gratuitamente i bisognosi. L'elenco dei medici vittime del coronavirus è aggiornato dalla Fnomceo, Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri.

Il sito della Federazione è listato a lutto. «Non vogliamo più essere chiamati eroi: pretendiamo fatti concreti per tutelare la nostra salute». È fermo il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli, nel chiedere a Governo e Regioni di proteggere i medici, nel giorno in cui sforano quota 300 i camici bianchi vittima del Covid.

 

L’ultimo nome sul memoriale del sito – che comprende, oltre ai medici attivi, anche pensionati, alcuni dei quali tornati in servizio per l’emergenza Covid o che comunque svolgevano attività libero-professionale – è quello di Bartolo Tarsia, 69 anni, medico di medicina generale a Reggio Calabria. La notizia della sua morte è arrivata alla FNOMCeO ieri sera, per voce del presidente dell’Ordine di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano. Nel tardo pomeriggio era stata comunicata anche la scomparsa di Agostino Consolaro, medico in pensione di Gallarate (Varese), che continuava a visitare gratuitamente i bisognosi. Prima di loro, la FNOMCeO ricorda Giuseppe Tortorella, pediatra di libera scelta di Grumo Appula (Bari), ora in pensione; di Leonardo Tarallo, medico di medicina generale, di Terrazzo (Verona) e di Federico Marzocchi, medico in pensione, già medico dipendente dell’AUSL di Bologna. 120, quasi la metà, sono scomparsi a partire dal 1° ottobre, travolti dalla seconda ondata. «300 medici deceduti per il Covid, mentre esercitavano la loro professione: un numero veramente spropositato, una vera e propria strage in questa pandemia, un prezzo altissimo che la professione medica e odontoiatrica ha pagato per garantire la salute di tutti – non si capacita Anelli -.

Avevamo pensato che, nella prima fase della pandemia, la loro morte fosse legata alla carenza dei dispositivi, alla mancata applicazione o attuazione dei protocolli di sicurezza; ma la strage è continuata anche nella seconda fase, anche in questi ultimi giorni».

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«E allora credo che sia necessario quanto prima che tutti i medici siano vaccinati: consideriamo il vaccino il miglior dispositivo di sicurezza – esorta il Presidente FNOMCeO – Ogni medico iscritto all’Albo professionale ha il diritto e il dovere di vaccinarsi per proteggere se stesso e i suoi assistiti». Eppure, sono, ad oggi, solamente 790.251 le dosi di vaccino somministrate agli operatori sanitari, su un totale di 1.312.275. Ben 397.583 sono state invece iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio, quelle degli ospiti delle Rsa e degli over 80. “È inaccettabile vedere persone che non svolgono un’attività così rischiosa essere sottoposte al vaccino e osservare una larga parte della professione medica non ancora vaccinata” constata Anelli. 

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Febbraio 2021, 13:13
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