Festa Inter, associazioni in rivolta: «Matrimoni ed eventi ancora vietati, e a piazza Duomo assembramenti». Polemica social

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di Angela Orecchio

Il polverone sollevato da Fedez al concertone del Primo Maggio contro Rai3 ha lasciato il posto al tornado alzato dalla festa dello scudetto dell'Inter. Le immagini di Piazza Duomo di ieri hanno lasciato incredule tantissime persone. Persone che hanno seguito le regole, nel rispetto di una pandemia che ha causato la perdita di troppe vite umane. Ma i più arrabbiati oggi solo gli esclusi da ogni decreto, "fantasmi" per il governo: gli addetti del settore degli eventi. Loro che ancora ad oggi non hanno una data per la ripartenza. «Siamo accusati di creare assembramento. Allora io mi chiedo, quello di ieri cosa era?» Amare le parole del presidente di FEU, l'associazione che tutela tutti gli addetti al settore degli eventi, Adriano Ceccotti. La vittoria dello scudetto dell’Inter ha fatto sì che ieri a Milano migliaia di tifosi scendessero in Piazza per festeggiare la propria squadra del cuore. Come se le pendici della chiesa Santa Maria Nascente fossero diventate una zona Covid Free. Nessun distanziamento né sistema di sicurezza e nessun controllo. Oggi la filiera degli eventi non ci sta più. E la "guerra" al governo è social.

Il grido social del comparto degli eventi - Le bacheche Facebook, Instagram e Twitter di wedding planner, flower designer, titolari di location, dj ma anche quelle degli sposi, sono piene di repost con la foto di Piazza Duomo piena di bandiere nero azzurre. Gli unici a cui continuano ad essere imposti sigilli è quello del wedding&events, lamentano dal settore. Settore al collasso, quello della Event Industry, che da oltre un anno non lavora ed è senza ristori, un settore che nonostante abbia un valore del 2,5% del Pil nazionale e che da impiego ad oltre 570.000 persone resta ancora non considerato dal governo. Non sono servite a nulla le manifestazioni delle associazioni di categoria. Il nuovo decreto riaperture non li nomina neanche. Di matrimoni ed eventi privati non c’è traccia. La road map disegnata da Draghi non ha assolutamente accolto le richieste plurime di una filiera intera.

Lasciandoli così, soli e senza risposte, come fossero non degni di riceverne una.  

Il nostro protocollo non è stato considerato -  «Abbiamo presentato un protocollo al governo in cui ci sono descritte tutte le misure di sicurezza che noi stessi potremo mettere in atto per contenere l’emergenza sanitaria da Covid-19 -  speiga Claudio Compagnucci vicepresidente FEU - eppure nessuno ci ha mai risposto». Le riaperture delle Regioni ormai in prevalenza in zona gialla vedono protagonisti musei, cinema e teatri. Si è tornati al bar e al ristorante e questo weekend, nonostante la pioggia, i tavoli erano strapieni di gente. L’unica limitazione che resta per i ristoranti è la conferma del coprifuoco alle 22 e l’obbligatorietà di consumare al tavolo e all’aperto. Ma matrimoni, compleanni, cresime, prime comunioni e battesimi non sono consentiti neanche per pochi intimi. Questo decreto è stata la botta finale di un settore ormai al limite. A detta degli operatori, gli eventi garantirebbero un controllo assoluto degli ospiti dalla fase di progettazione fino alla conclusione: tracciabilità degli invitati, spazi esterni ed interni (quando si potrà) ampiamente disponibili e adattabili ai distanziamenti richiesti dalle misure di sicurezza, misurazione temperatura in loco, uso dispositivi di protezione ed igenizzazione, assegnazione controllata dei posti a tavola. Elementi che garantirebbero il rispetto del contenimento del virus molto più di quanto richiesto ad altre categorie.

I numeri delle perdite del settore - La situazione, lamentano dalla categoria, è gravissima per il comparto. Se non sarà indicata da subito una data per la ripartenza il 2021, per loro, sarà peggio del 2020. La prima metà di quest'anno è già persa, ed andando avanti così il settore rischia di perdere anche luglio 2021, avendo già perso maggio e sicuramente anche giugno. Tradotto in numeri: un calo del fatturato di circa il 40% sul già devastante 2020 e una perdita sul 2019 di circa il 95%. Da qui la richiesta, che diventa una necessità ormai, al governo di riaperture in sicurezza, e accanto a essa un adeguamento del fondo per il settore e un'accelerazione nella liquidazione dei ristori contenuti nel decreto Sostegni, ancora bloccato al Senato.

Una lotta appoggiata anche da Lega e Forza Italia -  «Tutto questo non sta accadendo ed è anticostituzionale. - continuano gli associati FEU - Quel che chiediamo è tornare a lavorare, tornare a poter essere uomini, tornare a realizzare i sogni dei nostri sposi e degli altri clienti». Rispetto anche per gli sposi chiedono che da oltre un anno vedono la data del loro "giorno più bello" slittare di mese in mese. Ma ora pretendono risarcimenti adeguati, gli operatori, «se continuano a tenerci chiusi necessitiamo ora di sostegni importanti. Basta con le elemosina».  Una protesta condivisa dalla Lega. «Le società che si occupano di catering e banchetti potranno organizzare servizi a fiere, convegni e congressi da centinaia o migliaia di ospiti, alla luce del decreto che prevede dal 15 giugno il via libera alle fiere e dal primo luglio a convegni e congressi. Le stesse aziende invece non potranno occuparsi di banchetti conviviali da poche decine di persone per matrimoni, battesimi, cresime e prime comunioni. Un paradosso contro il buonsenso ideologicamente insormontabile per Pd e M5s?», attacca il vicecapogruppo del Carroccio alla Camera Alessandro Pagano. La ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini (FI), invece, promette: «Dal primo giugno vogliamo i ristoranti al chiuso aperti anche a cena, vogliamo che riparta il settore del wedding e va risolto l'incidente sui centri commerciali che devono poter aprire anche durante i week end». La filiera degli eventi e i loro clienti restano in attesa di una risposta, e noi con loro. 


Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Febbraio 2023, 04:15
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