Marmolada, il guardiano Carlo Budel: «Ho deciso di scendere: troppo dolore»

Il gestore di Capanna Punta Penìa, il rifugio sulla cima della Marmolada, ha pubblicato una foto con il suo cane e ha commentato: «Sono a casa, ho bisogno di stare da solo con Paris»

Carlo, il gestore del rifugio sulla cima della Marmolada: «Ho deciso di scendere: troppo dolore»

di Mauro Evangelisti

«Quello che è successo lassù è una vera tragedia, non so se ci tornerò mai più». Carlo Budel è il gestore di Capanna Punta Penìa, il rifugio sulla cima della Marmolada dove domenica si è staccato il seracco di ghiaccio che ha causato la morte di undici persone. Un punto di riferimento, una sorta di guardiano della Marmolada, un custode della montagna su cui ha scritto diversi libri come “La sentinella delle Dolomiti”. Ieri ha diffuso un messaggio sulla sua seguitissima pagina Facebook in cui racconta il dolore, ma anche l’amarezza per quanto successo. E il desiderio, almeno per un po’, di non tornare sulla Marmolada. Ha pubblicato una foto con il suo cane e ha commentato: «Sono a casa, ho bisogno di stare da solo con Paris». Budel, 49 anni, è originario di Feltre, in provincia di Belluno. Per vent’anni ha lavorato in fabbrica, poi la scelta di dedicarsi completamente alla montagna.

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GLI APPELLI

Subito dopo avere diffuso il messaggio sul suo addio alla Marmolada, su Facebook sono arrivate molte risposte di persone che gli chiedevano di restare fedele alla montagna che per tanti anni è stata tutta la sua vita. Uno aveva un significato particolare perché è stato scritto da Alessandra Bari, la zia di Filippo, il ventisettenne che domenica sulla Marmolada è morto dopo essersi scattato un selfie in cui comunicava entusiasmo e amore per la natura. Scrive Alessandra Bari: «Mio nipote Filippo sarebbe amareggiato... Non lasciare la Regina... Non è colpa della montagna». La Marmolada è chiamata la Regina delle Dolomiti. Carlo Budel le ha risposto: «Mi dispiace moltissimo per Filippo e per tutte le vittime».

Ha aggiunto: «Questo messaggio resterà nel mio cuore per sempre».

Tra i commenti, in molti invitano Carlo Budel a non mollare e fare ciò che avrebbe voluto Filippo: restare. Giovanna: «Carlo non lo deludere e non deludere tutti quelli che sono restati lassù, tu la conosci bene la Regina e la rispetti. Solo tu puoi sapere dove poter camminare e quando poter salire, perché tu ormai la conosci bene. Lei ti parla e tu la senti respirare». Virginia: «Resta lì Carlo. Fallo per le vittime e per i superstiti. Fallo per tutti noi che ti seguiamo da anni. Ami troppo la Regina per lasciarla da sola». Più empatica Sissi: «Abbandonare un simile paradiso non deve essere facile, ma in questo terribile momento è assolutamente comprensibile. Per chi come me ha le Dolomiti e la Val di Fassa nel cuore, è un momento di grande tristezza».

 

ESTATE

Nella sua riflessione Budel aveva spiegato: «Mi pare di essere in un brutto sogno da cui non riesco più a svegliarmi. Dopo la tragedia sono rimasto su due notti. Avevo bisogno di stare da solo. Non so che cosa faremo quest’estate, ma certo di tornarci io non ne ho proprio voglia. Sto troppo male per la morte di tutte quelle persone». Al Gazzettino ha confidato parlando delle vittime (tra di loro anche esperte guide alpine): «Erano bravi professionisti, capaci e con la testa sulle spalle. Mai avrebbero messo in pericolo la loro vita e quella degli altri. A Punta Penìa sono venuti tante volte. Non ci posso ancora credere che non li rivedrò».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 17:51
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