Luca Attanasio, cittadinanza italiana per la moglie dell'ambasciatore ucciso in Congo

Luca Attanasio, cittadinanza italiana per la moglie dell'ambasciatore ucciso in Congo

di Cristiana Mangani

Avrà la cittadinanza italiana Zakia Seddiki, moglie dell'ambasciatore Luca Attanasio, ucciso un mese fa durante un agguato in Congo. La decisione è stata presa nell'ultimo Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. «La signora Seddiki - si legge nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi - ha contribuito con impegno umanitario e sociale esemplare alla realizzazione della politica italiana di cooperazione allo sviluppo a tutela dei diritti dei più deboli. Nel 2017 ha fondato un'associazione benefica di volontari italiani e internazionali che ha l'obiettivo di migliorare la vita a donne e bambini in difficoltà in Congo».

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Come vedova del diplomatico, Seddiki non avrebbe potuto avere la cittadinanza, ma il governo ha ritenuto che fosse giusto conferirgliela per meriti umanitari. Nata a Casablanca, in Marocco, il 9 luglio del 1984, era sposata con Attanasio dal 2015, e dal matrimonio sono nate tre bambine. Il ministero dell'Interno sta anche valutando se la famiglia dell'ambasciatore ucciso possa usufruire dei fondi per le vittime del terrorismo. In tanti si stanno dando da fare per stare vicino in maniera concreta a questa donna, colpita da un evento così drammatico. I colleghi di Attanasio stanno facendo una raccolta di fondi da destinare alle figlie, che sono ancora molto piccole. E sono già stati donati 150 mila euro.


LA SICUREZZA
Nel frattempo, però, un altro fronte attende chiarezza e verità, quello delle indagini. Perché il convoglio umanitario non aveva la giusta protezione? Ieri il World food programme ha comunicato di aver inviato alla Farnesina e alla procura di Roma il report sull'indagine delle Nazione Unite sull'attacco del 22 marzo scorso nell'est della Repubblica democratica del Congo, nel quale vennero uccisi l'ambasciatore, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l'autista Mustapha Milambo.
«Le conclusioni sono state trasmesse alle autorità italiane e dovranno restare riservate», ha chiarito il Wfp. «L'incidente - si legge nella nota - rappresenta un duro monito dei pericoli che il personale umanitario deve affrontare nel fornire assistenza a coloro che ne hanno bisogno, e il Wfp ribadisce la sua richiesta che gli autori di questo brutale attacco vengano arrestati e assicurati alla giustizia». «Subito dopo l'attacco - è ancora la comunicazione ufficiale -, il Wfp ha chiesto all'Undss (Department of Safety and security dell'Onu) di condurre una verifica dei fatti.

Le conclusioni sono state inviate alle autorità italiane, ma devono rimanere riservate poiché contengono dati sensibili e informazioni personali, e per garantire l'integrità delle indagini e delle verifiche in corso». Il Programma alimentare mondiale - è la conclusione -ribadisce che «il Wfp e le Nazioni Unite sostengono le autorità congolesi e quelle italiane nelle loro indagini penali sull'incidente e stanno anche conducendo una verifica interna su procedure e politiche di sicurezza applicabili».

 

Ultimo aggiornamento: Domenica 21 Marzo 2021, 08:38
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