Covid, Ricciardi: «Lockdown subito nelle grandi città, servono controlli e sanzioni»

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di Graziella Melina

Il via vai di persone a spasso, a centinaia, per le vie delle grandi città negli ultimi giorni dimostra che forse non c’è ancora consapevolezza della gravità della situazione. E allora, come rimarca Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica di Roma, visto che i comportamenti raccomandati per contrastare l’epidemia vengono elusi, a questo punto «è necessario che le forze dell’ordine, sia a livello nazione che locale, intervengano e facciano rispettare le regole».

 


Secondo i dati del Ministero dell’Interno, domenica scorsa le persone controllate sono state 65.246, 862 quelle sanzionate e 5 i soggetti denunciati perché si erano allontanati dalla propria abitazione pur essendo in quarantena. Il giorno precedente altre 69.111 persone controllate, 944 sanzionate e 110 denunciate. Pensa che questi controlli possano bastare?
«Non c’è dubbio che le regole vanno rispettate, e nel caso non vengano rispettate devono essere erogate sanzioni. Credo che comunque i controlli debbano essere intensificati. È chiaro che la stragrande maggioranza degli italiani segue le regole, c’è purtroppo una minoranza, che però non è marginale ed è importante, che non lo fa. E a questa minoranza di cittadini va fatto capire che la loro condotta compromette il raggiungimento dei risultati, fa aumentare i contagi e quindi rende impossibile l’assistenza negli ospedali. Per cui, nel caso in cui il rispetto delle regole non avvenga in maniera spontanea e responsabile, è necessario che le forze dell’ordine, sia a livello nazione, quindi carabinieri, polizia, guardia di finanza, sia a livello locale, facciano rispettare le regole».
Pensa sia il caso di coinvolgere i militari dell’esercito, già impegnati nell’operazione “Strade sicure” e aumentare la loro presenza per rafforzare i controlli?
«Spero di no, però è chiaro che nel momento in cui noi vedessimo - come io credo vedremo - che nei prossimi giorni la curva dei contagi continuerà ad aumentare, le alternative sono due: o disporre un lockdown totale, oppure far rispettare queste regole».
Alcuni sindaci, come quello di Napoli per esempio, sostengono che solo il lockdown o la zona rossa impediscono alle persone di uscire di casa. Ritiene che non ci siano risorse sufficienti per effettuare controlli locali? 
«In questo Paese le autorità responsabili si devono attrezzare per affrontare i problemi. Sono state messe a disposizione risorse importanti per la sanità e non sono state utilizzate, se non parzialmente. Bisogna smetterla con questo alibi delle risorse. È chiaro che sono sempre molto importanti, però bisogna attivarsi per utilizzarle per raggiungere gli obiettivi. Non bisogna fermarsi». 
Nel dpcm si fa riferimento a raccomandazioni, anziché a divieti. Forse si confidava in un maggiore senso di responsabilità da parte dei cittadini?
«Lo si sperava. D’altra parte, l’esperienza scientifica ci dice che anche nei Paesi in cui i cittadini sono più tradizionalmente portati a rispettare le regole, la raccomandazione da sola non basta. Quindi è necessario farle rispettare nel momento in cui vengono emanate, soprattutto se servono per salvare tutti. Si tenga conto poi che la raccomandazione riduce del 3 per cento il rischio epidemico, si tratta dunque di una proporzione assolutamente insufficiente».
Pensa sia meglio chiudere ora, per poi riaprire magari a Natale?
«Avevo proposto che certe chiusure avvenissero all’inizio di ottobre. Quindi, a maggior ragione prima si fa, meglio è. Se chiudiamo adesso, i risultati dell’appiattimento della curva si vedranno tra due-tre settimane. E quindi arriviamo praticamente a Natale. Bisogna aspettare, essere pazienti e perseverare. Perché se facciamo interventi adesso, per i primi risultati servirà tempo».
Rischiamo un altro lockdown?
«È necessario chiudere le aree metropolitane dove la circolazione del virus è intensa.

Per intenderci, laddove il valore Rt è più vicino al 2 che all’uno, e chiudere tutte le zone in cui questo indicatore è già superato. Spero di vedere i risultati, appunto, tra un mese. Se arrivano, saremo tutti contenti di evitare il lockdown nazionale».


Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Novembre 2020, 00:26
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