Ex calciatore di 48 anni stroncato dalla leucemia. Raccontava: «Io come Mihajlovic»

A 9 mesi di distanza, il destino ha tracciato un altro terribile parallelismo fra i due atleti. Vivian, infatti, è morto attorno alle 3 della notte del 20 dicembre, esattamente 4 giorni dopo Sinisa

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di Laura Bon

«Abbiamo condiviso lo stesso ruolo (tu con risultati un tantino migliori dei miei), eri uno dei miei difensori di riferimento. Abbiamo condiviso anche la malattia all’inizio, qualche anno fa, e ora ne ricondividiamo il ritorno. Saremmo stati proprio una bella coppia di difensori assieme». Con sensibilità, dolcezza, intelligenza e senso dell’ironia, Vivian Borsato, 48enne nato e cresciuto a Volpago, nella frazione di Selva, e da tanti anni residente nel Vicentino, lo scorso marzo aveva commentato la ricaduta di Sinisa Mihajlovic, il guerriero buono, malato come lui di leucemia. Purtroppo, a 9 mesi di distanza, il destino ha tracciato un altro terribile parallelismo fra i due atleti. Vivian, infatti, è morto attorno alle 3 della notte del 20 dicembre, esattamente 4 giorni dopo Sinisa. Cui lo legavano, peraltro, anche altri particolari: dalla dolcezza del sorriso all’attaccamento alla famiglia, dalla voglia di lottare a un atteggiamento sempre e comunque positivo. Ed è per tutte queste ragioni che il montebellunese, e Volpago in particolare, è stato attraversato da un brivido di dolore alla notizia della scomparsa dell’uomo. Sia perché 48 anni sono davvero troppo pochi per essere collegati all’idea della morte, sia perché, nonostante da tanti anni Vivian vivesse a Schio, in tutti qui è rimasta impressa l’immagine di un giovane bello come il sole, sorridente, aperto agli altri.

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LA PASSIONE

Vivian era infatti nato e cresciuto a Selva bassa, a non più di un centinaio di metri dal confine con Camalò. A Volpago aveva frequentato le scuole medie, a Montebelluna l’istituto Einaudi, nel corso per geometri. Soprattutto, però, aveva militato in tanti squadre di calcio del montebellunese, nell’arco degli anni Novanta. «Nel Montello -ricorda il fratello Loris, a sua volta ex calciatore- aveva disputato il campionato di Eccellenza, poi aveva militato nella Fulgor e nel Giavera.

Dopo il trasferimento nel Vicentino, ha chiuso la carriera nel Villaverla». La vita di Vivian è stata caratterizzata da molteplici soddisfazioni anche dal punto di vista professionale. Dopo che già nel montebellunese si era fatto apprezzare come impiegato dell’ufficio tecnico della Fucina artistica Boranga, che ieri lo ha ricordato con grande stima e affetto, Vivian aveva fondato, con la moglie Michela Guglielmi, Lgg Comunicazione, agenzia di web marketing di Schio.

IL RICORDO

«Essere tua moglie -recita la splendida dichiarazione d’amore di Michela- è stato un onore e un privilegio. I nostri figli ne sono la testimonianza concreta». Finché la salute glielo ha permesso, Vivian ha anche collaborato con Radio Eco Vicentino, dove conduceva, con il direttore artistico Gianni Manuel, la rubrica “Start Up”, per raccontare le imprese innovative del territorio. Dal 2017 lottava contro una forma di leucemia scoperta grazie ai controlli a cui era sottoposto in quanto donatore di sangue: dopo un primo ciclo di cure era guarito. La malattia si era però ripresentata all’inizio di quest’anno. Inutile il trapianto di midollo, avvenuto in agosto. Grande appassionato di sport, ma anche papà e marito affettuoso, Vivian lascia il figlio Carlo, di cui seguiva, anche dal letto d’ospedale, le partite di basket con i Bears e la figlia Sofia. Lascia anche i genitori Orio e Bertilla e gli adorati nipotini. Sarà salutato domani alle 15 a Casa Insieme a Thiene.

 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Dicembre 2022, 08:13
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