Laura Ziliani, «è suo il cadavere ritrovato nel torrente». Dalle figlie indagate alla scarpa nel bosco: i nodi da sciogliere

Laura Ziliani, il cadavere ritrovato era senza vestiti. Dalle figlie indagate alla scarpa nel bosco: i nodi da sciogliere

Gli inquirenti non hanno più dubbi. Il cadavere trovato a Temù, in Vallecamonica, è di Laura Ziliani, la vigilessa scomparsa lo scorso 8 maggio. L'ultima parola spetta alla scienza ed è per questo che la Procura di Brescia, guidata da Francesco Prete, ha disposto l'esame del Dna e successivamente l'autopsia sul corpo ritrovato saponificato, in avanzato stato di decomposizione e irriconoscibile. Gli esami medici e biologici sono stati conferiti al dipartimento di medicina legale degli Spedali civili di Brescia diretto dal professor Verzeletti ed entro la fine della settimana potrebbero arrivare le prime risposte certe sull'identità del cadavere che una famiglia di turisti ha notato dietro ad un cespuglio a pochi passi dal fiume Oglio, una zona battuta a più riprese durante le ricerche dei mesi scorsi.

Una volta accertato il Dna, il passaggio determinante lo stabilirà l'autopsia al fine dell'indagine aperta dal pubblico ministero Caty Bressanelli che ha iscritto nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di omicidio volontario due delle figlie di Laura Ziliani e il fidanzato della maggiore. «No comment, non ho nulla da dire» ha detto rispondendo al citofono di casa la figlia maggiore, che ha 27 anni, e che vive in città. Distrutta dal dolore la mamma di Laura Ziliani, e nonna delle nipoti indagate, che già dieci anni fa aveva perso un figlio per malattia. La donna, 82 anni, in attesa di risposte certe sul Dna chiede di arrivare alla verità.

Il cadavere senza vestiti

Il cadavere recuperato domenica mattina a Temù, era praticamente senza vestiti, se non l'intimo, e senza scarpe. Aspetto sul quale chi indaga sta lavorando, anche perché l'ex vigilessa la mattina della scomparsa, stando a quanto raccontato dalla figlia più grande che ha sporto denuncia, era uscita di casa per fare una passeggiata in montagna, la sua grande passione. «È verosimile ritenere che la donna alle 7.05 dell'8 maggio possa essere scesa in cantina per prendere una giacca per uscire e per verificare la presenza di attrezzature utili alla gita già programmata per il giorno successivo con le figlie», scrivono in una relazione agli atti i carabinieri che indagano sul campo. Dove sono finiti tutti gli abiti? Era davvero sua la scarpa ritrovata il 23 maggio a circa 600 metri dalla zona in cui è stato recuperato il corpo? Sono solo alcune domande sul tavolo del magistrato titolare dell'inchiesta che aspetta poi di conoscere la relazione del consulente informatico sui cellulari della donna scomparsa e su quelli a disposizione dei tre indagati.

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Era l'8 maggio quando Laura Ziliani svaniva nel nulla. «È uscita di casa alle 7 per andare a fare una passeggiata, dovevamo vederci alle 10 per andare in discarica a portare vecchi mobili, ma non è mai arrivata» dirà la figlia maggiore che alle 11.58 dello stesso giorno chiama il 112 e lancia l'allarme.

La stessa ragazza, 27 anni, il fidanzato coetaneo, e la sorella più piccola, di 19 anni, qualche settimana dopo saranno iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia per l'ipotesi di reato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il 23 maggio, ai piedi di un torrente della zona di Temù, era stata trovata una scarpa da montagna forse appartenuta a Laura Ziliani, vedova dal 2012 e che abitava a Brescia ma che nel fine settimana tornava in Vallecamonica per la grande passione della montagna.

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Il ritrovamento del cadavere

È stato un turista a notare ieri mattina un corpo in mezzo alla vegetazione, vicino al fiume Oglio a circa 500 metri più a sud rispetto a dove, nei pressi del torrente Fumeclo, era invece stata recuperata la scarpa. Il cadavere è in avanzato stato di decomposizione e solo esami approfonditi potranno stabilire se effettivamente si tratta di Laura Ziliani. Determinante poi stabilire se la donna sia stata uccisa o se invece sia stata vittima di un incidente in montagna. Da chiarire anche se il cadavere sia stato nascosto tra la vegetazione o se invece sia stato trascinato dal fiume Oglio, o prima dal torrente e poi dal fiume, che a causa delle forti piogge degli ultimi giorni si è ingrossato fino a straripare.

«È un bel mistero come sia potuto finire qui il corpo perché dalla zona indicata dove Laura sarebbe andata a passeggiare è impossibile arrivare nel fiume Oglio» commenta il sindaco di Temù, Giuseppe Pasina. Nel corso delle ricerche a maggio gli uomini della Protezione civile, del Soccorso Alpino e i Vigili del fuoco avevano complessivamente percorso 2.500 chilometri senza trovare tracce di Laura Ziliani. E anche dopo il ritrovamento della scarpa da trekking, l'area era stata ripetutamente battuta senza fortuna.

La casa di Temù da dove Laura Ziliani sarebbe partita la mattina dell'8 maggio - una palazzina a quattro piani - è sotto sequestro da oltre un mese ed è già stata oggetto di sopralluoghi prima dei consulenti informatici nominati dalla Procura e poi dalla Scientifica. In casa, nella zona cantina adibita a guardaroba, era stato trovato il telefono cellulare della 55enne che avrebbe smesso di generare traffico dalla sera precedente la scomparsa, mentre il gps che aveva sempre al polso non ha registrato alcun dato la mattina dell'8 maggio.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Agosto 2021, 19:34
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