Quattro morti nel jet che ha fatto alzare caccia Nato spagnoli, francesi, tedeschi e danesi prima di precipitare nel mar Baltico. La rotta. Le vittime.

Quattro morti nel jet che ha fatto alzare caccia Nato spagnoli, francesi, tedeschi e danesi prima di precipitare nel Baltico Le vittime

di Paolo Ricci Bitti

Quattro morti e un pandemonio nei cieli europei e nelle basi della Nato dopo che un jet executive è restato di fatto senza controllo per 3mila chilometri mettendo in allarme (scramble) i caccia di Spagna, Francia, Germania e Danimarca, mentre i soccorsi sono stati allestiti dalla Svezia con almeno un elicottero e due imbarcazioni. L'aereo si è schiantato nel mar Baltico di fronte alle coste della Lettonia all'altezza della citta di Ventspils. Nessuna speranza di trovare superstiti: probabilmente le quattro persone a bordo erano già morte da poco dopo il decollo. Si tratta dell'imprenditore tedesco Karl-Peter Griesemann, 72, anni, che pilotava il suo jet, la moglie Juliane, 68, la figlia Lisa, 26, e il suo 27enne fidanzato. L'uomo d'affari è proprietario della Quick Air, compagnia di voli charter, e figura di spicco dell'imprenditoria e della comunità cattolica di Colonia 

Il Cessna 551 matricola OE FGR era decollato alle 14.57 da Jerez de la Frontera in Spagna diretto all'aeroporto Konrad Adenauer di Colonia: un volo, autorizzato, di 3 ore. Poco dopo la partenza il pilota ha però segnalato problemi di pressurizzazione alla carlinga: il contatto si è interrotto del tutto all'uscita dai cieli spagnoli. La depressurizzazione della cabina può comportare la morte dei passeggeri. 

E' iniziato allora un inseguimento a staffetta con il coivolgimento di caccia Rafale, Eurofighter e F16: uno scenario con pochi o punto precedenti anche perché da quando la Russia ha aggredito l'Ucraina è massima l'attenzione a ogni aereo che non rispetta il piano di volo o che non mantiene i contatti con le torri di controllo. Per i piloti militari (almeno 3 coppie di diversa nazionalità al servizio della Nato che hanno seguito il bireattore da 6/8 posti sul filo dei 450 chilometri a una quota che ha toccato anche i diecimila metri) una situazione non facile: già i primi di loro, decollati in scramble (decollo rapido), hanno visto che il Cessna 551 volava sì fuori rotta, ma in maniera livellata con le luci di posizione accese e senza che fosse visibile qualcuno ai comandi. 

E ugualmente nessuno che rispondesse alle chiamate radio o replicasse le manovre (oscillazioni delle ali) che si fanno quando le comunicazioni non sono possibili magari per un'avaria alla radio.   Quell'aereo, in altre parole, stava volando affidato al pilota automatico: un volo che, in mancanza di altre circostanze, sarebbe terminato solo con l'esaurimento del carburante.

il jet ha sorvolato tutta la Spagna, tutta la Francia e tutta la Germania oltre che Belgio e Lussemburgo superando quindi Colonia, la meta prevista, e proseguendo verso nord/est.

Frenetiche le comunicazioni fra i piloti militari e le basi, compresa quella tedesca di Rostock da cui era decollato un Eurofighter: una volta appurato che non erano ipotizzabili minacce belliche, restava da capire come tentare di salvare i quattro a bordo e come evitare al tempo stesso che quell'aereo non più pilotato diventasse una minaccia per le cttà sorvolate. In casi estremi si può arrivare alla decisione di abbattere il velivolo. Intanto venivano avvertiti gli aerei in volo nei pressi della rotta del jet che risulta in esercizio dal 1979: l'ultima immatricolazione dell'aereo-taxi porta in Austria, mentre tutto il resto della "carriera" è targata Usa.

Verso le 20, dopo 4 ore e 57 minuti di volo - come ha riferito un pilota danese ai comandi di un F16 - il Cessna è precipitato a spirale fino e schiantarsi nelle acque del mar Baltico. 

Aggiornamento.

La squadra navale di soccorso svedese ha segnalato di avere ritrovatato in mattina rottami del velivoli.

Dal sito flightaware.com


Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Settembre 2022, 09:16
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