Non potrei ma voglio

Non potrei ma voglio

di Flaminia Bolzan
Nel salotto di oggi parliamo di una modalità d’essere che di riflesso porta dritta dritta ad una fastidiosa tendenza: non agire. Ad un non comportamento. O meglio, ad un evitamento controllato di ciò che probabilmente si desidera, ma in fondo, da una parte si teme e dall’altra richiede un impegno che non siamo disposti a profondere. Mi riferisco al “vorrei, ma non posso”. Ha a che fare con cose e situazioni, ma frequentemente con le relazioni. C’è sempre un impedimento, reale, immaginato, oggettivo, fantasticato, comunque tale. Così il desiderio viene schiacciato e la scusa è pronta. Dall’altra parte c’è una modalità opposta, spregiudicata, probabilmente estrema. Istintiva, ma viva. Il “non potrei, ma voglio”. E la vita, signori, si gioca tutta su questo terreno qui. Il campo è proprio il “voglio”, declinato in prima persona singolare. All’indicativo, presente. Adesso. Se io voglio, “faccio in modo che”. Così funziona. Supero gli ostacoli mentali, supero pure le paure delle ipocondrie come diceva Battiato, perché di ciò che voglio mi prendo cura e lo faccio talmente tanto bene, da dimenticarmi addirittura di ciò che “non potrei”.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Febbraio 2023, 11:24
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