Cari amici, se non avete ancora letto nulla di Alejandro Jodorowsky vi consiglio assolutamente di farlo perché in buona sostanza vi dà una dritta importante e vi racconta una magia, la capacità di immaginare. Io potrei descrivervelo come un mix tra Buddha e una versione più colta di Tony Robins, lui sicuramente lo conoscerete, se non per esservi appassionati ai suoi metodi e alla sua figura, perché su Netflix il documentario ha imperversato.
Ma torniamo a noi, il buon Alejandro che oggi è un giovincello di 93 anni, e qui immagino il coro della canzone di Lady Gaga che lo accompagna mentre fa il suo ingresso in salotto, è sostanzialmente un genio e dice una cosa, su tutte, che non dovremmo mai e poi mai scordare «Le cose sono come sono.
Soffriamo perché le avevamo immaginate diversamente». E dunque se siete ad esempio dotati di prole ricorderete bene l'attesa spasmodica della prima parolina, vi chiedevate, sarà mamma o papà? Il pargolo ha detto cacca. Fine della storia. Che c'entra questo? Avoglia se c'entra. State soffrendo perché una mattina vi siete accorte che avevate accanto a voi la reincarnazione di Pacciani e non il Richard Gere di Ufficiale e Gentiluomo? Non dovete farvene un cruccio. Eravate solo voi ad immaginare una realtà inesistente e per fortuna, con Jodorowsky e la sottoscritta dalla vostra parte, elaborerete presto il tutto, o il lutto? Ditemelo voi.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Maggio 2022, 12:48
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