Flaminia Bolzan: inevitabili incomprensioni

Flaminia Bolzan: inevitabili incomprensioni

di Flaminia Bolzan
Le incomprensioni sono così strane, sarebbe meglio evitarle sempre. Inizia così una delle canzoni dei Tiromancino che ho più amato in vari momenti di vita. La voce di calda e profonda di Zampaglione è un invito a riflettere, sull’evitamento, rispetto al quale provo un netto disaccordo e sul rischio di avere ragione. Non mi piace la contrapposizione col torto. Quando non ci si capisce è riduttivo immaginare una visione dicotomica dell’oggetto di contesa perché questo è immateriale. Non si discute mai realmente per il dentifricio spremuto dalla metà del tubetto o per la tavoletta del water che rimane alzata, si baccaglia per il significato emotivo attribuito ai piccoli o grandi gesti fatti o non fatti. Ci si sbrana perché la rappresentazione è quella di stili di vita inconciliabili e vale tanto in amore, quanto nelle amicizie. Le incomprensioni sono sinonimo di sofferenza, non di dolore. E tra i due concetti c’è una sfumatura di separazione che si chiama mantenimento. Il dolore lo proviamo, la sofferenza, spesso, siamo noi ad indurcela. Ad ogni modo l’incomprensione ha a che fare frequentemente con il senso del giudizio e allora sapete come si fa a superarla? Ditelo. Non abbiate timore di manifestare il dispiacere di una ferita, quella di una parola detta male o di uno sguardo che vi sembra un dito puntato. Vi stupirete nello scoprire come, attraverso la parola, anche il dolore possa prendere una forma nuova.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Marzo 2023, 11:01
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