Carnevale, ogni maschera vale

Carnevale, ogni maschera vale

di Flaminia Bolzan
Nel dubbio germoglia la conoscenza, ma pure una paura che a volte diventa angoscia. Dove comincia la verità, questa finisce, almeno secondo quello che ci racconta Ammaniti. In questo salotto non si recensiscono libri, nel senso che non si danno opinioni, chiamiamole così “alte”, nè si raccontano trame, però volevo citarlo perché mi ha molto colpita e penso potrebbe colpire anche voi. Questo mio chiacchiericcio non è dedicato alla paura in senso stretto, nè alla verità o alla bugia, ma al compiacimento. Male di molti e male per molti. È una celebrazione all’inutilità di certi orpelli che mistificano la nostra sostanza nell’intento di catturare positivamente l’attenzione altrui. È carnevale e qualcuno di voi potrà anche dirmi che la maschera è giustificabile, ma io domando, chi la sceglie? Da bambini desideriamo indossare a febbraio i panni di questo o quell’eroe, di una principessa da salvare o altro che abbia a che fare con un mondo fantastico e desiderato. Solo dalla nostra fantasia. E ci arrabbiamo se per disgrazia ci vestono da ortaggi, ma restiamo in silenzio quando ce ne andiamo in giro con ridicoli cappelli da fungo al posto di lunghe trecce bionde. Quest’anno, se stai leggendo significa che sei diventato adulto (o quasi) e allora ti chiedo, dimenticandoti degli altri, che maschera vorresti indossare per compiacere solo te stesso? 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Febbraio 2023, 13:33
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