In fuga dall'Ucraina: dove vanno i profughi? Ecco la mappa

In fuga dall'Ucraina: dove vanno i profughi? Ecco la mappa

L’alto commissario dell’Onu Filippo Grandi l’ha definita «la crisi di profughi più rapida avvenuta in Europa dalla seconda Guerra mondiale». Dal 24 febbraio, data di inizio dell’invasione russa, l’Ucraina vive un esodo massiccio e a scappare sono soprattutto donne e bambini. Molti arrivano dalle città assediate, ma anche da villaggi attorno ai quali si stringe progressivamente la morsa dell’esercito di Putin. Le Nazioni Unite calcolano che dall’inizio della guerra 14 milioni di persone siano fuggite dalle loro case: oltre sei milioni sono partiti per i Paesi vicini, mentre otto milioni sono sfollati in zone più sicure all’interno dell’Ucraina.

LA MAPPA

La Bbc ha tracciato una mappa che ricostruisce la loro destinazione finale, ma per capire il motivo in base al quale abbiano scelto un Paese rispetto a un altro è necessario tracciare la presenza delle comunità ucraine all’estero prima del conflitto. Sempre in base alle stime dell’Onu, nel 2019 tre Paesi accoglievano quasi il 60% dei circa 1,2 milioni di ucraini allora presenti sul territorio comunitario. Si tratta di Italia, Germania e Polonia, dove risiedevano rispettivamente 246.000, 241.500 e 218.700 cittadini ucraini. In Italia e Germania gli ucraini rappresentavano il 3,9% e l’1,8% del totale degli stranieri residenti sul territorio, mentre in Polonia questa percentuale era decisamente più alta, 33%. L’attuale migrazione rispecchia tali proporzioni. Al 24 maggio 6,6 milioni di rifugiati hanno lasciato l’Ucraina e la Polonia ha accolto la maggior parte di loro: 3.544.995 persone. Questo è determinato dal fatto che la comunità ucraina in Polonia è di gran lunga la nazionalità straniera più popolosa del Paese e, dunque, oltre che per motivi puramente geografici dettati dalla vicinanza, trovare asilo significa raggiungere familiari o amici emigrati prima della guerra in grado di fornire aiuto immediato e una casa. Il secondo Pese raggiunto dagli ucraini in fuga è la Romania con 972.203 persone, poi Russia (945.007), Germania (700 mila, di cui il 40% bambini), Ungheria (654.664), Moldavia (473.690), Slovacchia (446.755), Italia (117.000) e Bielorussia (27.300). Polonia, Ungheria e Slovacchia non hanno controlli alle frontiere con altre parti dell’area Schengen della Ue, dunque molti rifugiati che sono arrivati per la prima volta in questi Paesi si sono poi spostati in altri. In tema di visti, la Repubblica Ceca ha concesso più di 350.000 permessi di emergenza. E poi ci sono gli spostamenti verso la Russia, dove sono arrivati ucraini in fuga dalle regioni separatiste di Luhansk e Donetsk a est. Il presidente Vladimir Putin afferma che le sue forze hanno aiutato a evacuare 140.000 civili da Mariupol, ma insiste che nessuno è stato costretto ad andare in Russia, tuttavia gruppi di volontari come Rubikus e Helping to Leave assicurano di aver aiutato centinaia di ucraini che sono finiti in Russia a scappare a ovest.

L’ASSISTENZA

In materia di aiuti, l’Unione europea ha concesso agli ucraini il diritto di rimanere e lavorare in tutti i suoi 27 Paesi membri per un massimo di tre anni.

Chi non ha possibilità di avere una casa o di essere accolto da parenti viene ospitato nei centri di accoglienza, ricevendo cibo, cure mediche e informazioni per chi intende proseguire il viaggio. Hanno diritto alle prestazioni sociali e i bambini frequentano la scuola. La Polonia, che ha accolto il maggior numero di rifugiati, e la Moldova, che ha la più alta concentrazione di rifugiati in percentuale alla sua popolazione, hanno chiesto sostegno internazionale per finanziare i loro sforzi. Alla fine quante di queste persone torneranno in Ucraina? L’Onu registra che al 24 maggio 2,1 milioni di ucraini sono rientrati nelle loro case e la forza di confine ucraina conta circa 30.000 ingressi al giorno. Molti profughi stanno tornando in aree dell’Ucraina come la capitale Kiev, minacciate dall’avanzata dell’esercito russo all’inizio della guerra, ma ora considerate più sicure. Tant’è che il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, segnala che la popolazione della città è tornata a due terzi del livello prebellico. La migrazione riguarda poi gli spostamenti all’interno del Paese, dato che da inizio maggio oltre otto milioni di persone sono sfollate in aree più sicure dell’Ucraina. Il 23% dei rifugiati proveniva dalla regione di Kharkiv, il 20% da Kiev e il 17% dalla regione di Donetsk nell’Ucraina orientale e il 27%, spiega l’Onu, ha lasciato la propria casa perché danneggiata o attaccata durante la guerra. Si stima che più della metà degli sfollati interni siano donne e tante particolarmente vulnerabili perché sono incinte, hanno una disabilità o sono vittime di violenza.

VIA DALLA RUSSIA

La guerra non ha provocato solo la fuga dall’Ucraina, ma anche dalla Russia. Nelle settimane successive all’invasione e al giro di vite di Putin sulla repressione del dissenso interno, Mosca sta vivendo quello che Deutsche Welle ha definito «il più grande esodo dalla rivoluzione d’ottobre del 1917». Nulla in confronto alle cifre registrate tra gli ucraini, ma rilevante se si stima che nei primi dieci giorni di guerra circa 200.000 russi hanno abbandonato il Paese. Si tratterebbe prevalentemente di lavoratori altamente qualificati, come accademici e informatici, ma anche giornalisti e artisti che rischiano l’arresto in quanto critici verso la guerra, o perché semplicemente ne parlano. Altri scappano dai devastanti effetti delle sanzioni messe in atto dai governi occidentali contro la Russia. Non esistono ancora dati pubblici ufficiali, ma i numeri e le testimonianze raccolte dagli enti sovranazionali e dalle ong parlano di una crisi di rifugiati con pochissimi precedenti nella storia contemporanea europea.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Maggio 2022, 10:38
© RIPRODUZIONE RISERVATA