G20 a Roma, i No Green pass e gli antagonisti: patto violento in chat

Da Viminale e Servizi faro su venti gruppi per garantire la sicurezza al summit di Roma

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di Camilla Mozzetti e Giuseppe Scarpa

Ribollono di livore le chat dei “No Green Pass”. Schiumano di rabbia in previsione del G20 che si terrà a Roma il 30 e il 31 ottobre con la Questura a lavoro per ultimare tutti i dettagli di un ingente piano sicurezza. Una ventina sono le chat considerate più calde, monitorate senza sosta dal Cnaipic della polizia. Così come diventano sempre più aggressive le conversazioni tra estremisti di destra e di sinistra, controllati grazie alle intercettazioni preventive. Sono un centinaio i telefoni “tenuti sotto” da parte della procura di Roma. Più si avvicina il fine settimana in cui i grandi della terra saranno sotto lo stesso cielo più i progetti bellicosi dei diversi attori della galassia nera, rossa, anarchica e “No Green Pass” salgono di livello.

INTERCETTAZIONI

Per inquirenti e investigatori saranno sei giorni di fuoco. Decine di persone, tra le forze dell’ordine, hanno le orecchie incollate alle cuffie per ascoltare presunte organizzazioni di manifestazioni e proteste violente. La separazione che carabinieri e polizia oggi operano è quella tra i contestatori della tessera verde e gli estremisti tradizionali. I primi, negli ultimi giorni, hanno cominciato a riversare una quantità di insulti e frasi aggressive come «con il kalashnikov vogliamo spazzare via tutto» che lasciano interdetti gli stessi inquirenti. Frasi che vanno lette come delle “millanterie”.

Chi li monitora non sottovaluta il rischio ma considera la minaccia meno credibile. Diverso peso hanno le parole di neofascisti, antagonisti e anarco insurrezionalisti. In questo caso, ogni progetto, viene preso maggiormente sul serio. Inoltre, su questo fronte, si registra una certa competizione tra i due blocchi contrapposti. L’obiettivo di “rossi” e “neri” è divenire il punto di riferimento di fasce sempre più ampie della popolazione messe in ginocchio dalla pandemia. Il controllo delle piazze, durante le manifestazioni violente, è la principale vetrina. Il palcoscenico offerto dal G20 diventa così la migliore ribalta possibile. Intanto procede il piano di sicurezza per l’evento. Ieri pomeriggio si è svolto il nuovo Tavolo tecnico in Questura. 

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IL PIANO

Il centro congressi della Nuvola, dove si svolgeranno i lavori, sarà “circondato” da un’area di massima sicurezza che si estende per 10 chilometri e che parte da viale America (Palasport escluso) e arriva a lambire la Laurentina.

Su tutto il perimetro, che di fatto sarà inaccessibile, saranno disposti 19 varchi di ingresso ed uscita mentre le bonifiche dell’area con unità cinofile e artificieri scatteranno già nelle prossime ore. Si procederà a verificare non solo la “superficie” ma l’intero sistema al di sotto della zona interessata dal vertice. Saranno impiegati migliaia di poliziotti, carabinieri e finanzieri, a cui si aggiungeranno 500 soldati. La sicurezza dei cieli sarà garantita da uno scudo areo composto da droni ed elicotteri oltre che da una “no fly zone” per l’intera area della Nuvola e per la zona del II distretto (ovvero il Centro).

L’area sarà controllata anche da tiratori scelti mentre sul posto i vigili del fuoco garantiranno i sistemi “Nbcr” per escludere “attacchi” batteriologici. Le stazioni delle metro Eur-Fermi, Eur-Palasport, Eur-Magliana e Laurentina saranno chiuse dalle 19 del 29 ottobre fino alla fine dell’evento, mentre le corsie centrali della Cristoforo Colombo saranno “off-limits” dalle 19 di venerdì fino a domenica. Nei due giorni del G20 saranno previste inoltre chiusure per siti archeologici e musei. Attenzionati, infine, tutti i palazzi istituzionali, le sedi diplomatiche e i luoghi che, oltre alla Nuvola, saranno interessati dal vertice, come le Terme di Diocleziano, il Vaticano, il Quirinale.

Grande attenzione sarà riservata alle manifestazioni che sono state preavvisate e che si terranno soprattutto nella giornata di sabato. Da San Giovanni all’Ostiense, tra sit-in e cortei scenderanno in piazza anche gli attivisti di “Fridays for future” oltre ai Cobas, mentre il centro sociale Acrobax ha promosso un “Climate camp” dal 28 ottobre all’1 novembre. Ieri hanno dato conferma della presenza al G20 i presidenti Joe Biden, Emmanuel Macron, Recep Tayyip Erdoğan e il premier Boris Johnson.
 


Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Ottobre 2021, 10:50
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