Andrei, morto a 14 anni dopo un malore: «Ritardi dei medici, la Asl paghi 390mila euro alla famiglia»

Le omissioni e i ritardi medici furono decisivi: Andrei poteva essere salvato

Andrei, morto a 14 anni dopo un malore: «Ritardi dei medici, la Asl paghi 390mila euro alla famiglia»

di Niccolò Dainelli

Andrei Claudiu Tiseanu è morto nel novembre 2014. Il giovane di appena 14 anni stava andando a scuola a Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, quando fu colpito da un malore improvviso. E, nonostante un'amica avesse chiamato i soccorsi, per lui non ci fu nulla da fare, ma secondo il Tribunale avrebbe potuto essere salvato. E così, a distanza di quasi 9 anni, la Asl Toscana Sud Est è stata condannata a versare un risarcimento di 390mila euro ai genitori. 

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La sentenza

 

Il giudice del Tribunale di Arezzo ha stabilito che il 14enne poteva essere salvato. Nelle dodici pagine che accompagnano la sentenza si afferma, infatti, che a causa di una serie di errori le chance di salvezza del ragazzo furono azzerate. La valutazione inizialmente alle condizioni del paziente, infatti, fu di codice giallo, non rosso, e questo incanalò l’intervento in un percorso di emergenza più lento: il ragazzo sarebbe stato sottoposto al triage solo un’ora e mezzo dopo l’arrivo in ambulanza all’ospedale di Arezzo, dove fu condotto. E la diagnosi della dissecazione dell’aorta avvenne quattro ore dopo dall’ingresso all'ospedale San Donato di Arezzo, quando ormai la situazione era irreversibile. Sia il trasferimento in elicottero a Firenze, presso l'ospedale di Careggi, che l’intervento chirurgico avrebbero potuto verificarsi molto prima.

La battaglia legale

Ad avere la meglio, dunque, sono stati gli avvocati Umberto Cocci e Gabriella Paoloni che portarono subito in giudizio l’Azienda sanitaria che, durante questi 8 anni di battaglia legale, ha sempre resistito alla richiesta risarcitoria. Per questo si è arrivati al processo. Una causa molto difficile, piena di cavilli giuridici alla luce della quale il giudice, sulla base di una consulenza tecnica, ha accolto il ricorso dei genitori del ragazzo.

Omissioni e ritardi

Nella sentenza, si legge che le omissioni e i ritardi medici furono decisivi. I consulenti parlano di criticità nel percorso di triage che, scrive il giudice, «hanno comportato ritardi nella diagnosi»: la tempistica della prima visita fu troppo lunga, superiore a quanto previsto per il codice giallo. E sulla qualificazione della gravità fu un errore non indicare il codice rosso alle 9.23, in ospedale, quando i valori della pressione del ragazzo erano crollati (75/45). Un ritardo che, secondo il giudice, ha compromesso fortemente l'esito dell'operazione avvenuta a Firenze ore dopo e che avrebbe potuto salvare Andrei, mentre un arresto cardiaco lo ha portato a morire sotto i ferri.


Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Marzo 2023, 18:34
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