È morto all'età di 76 anni lo storico Paul Ginsborg. L'accademico britannico, ma naturalizzato italiano, è stato professore all'università di Cambridge e ha insegnato Storia dell'Europa contemporanea all'Università degli studi di Firenze. Paul Ginsborg ha dedicato gran parte della sua carriera alla storia italiana e nei primi anni duemila partecipò al movimento dei "girotondi".
Lo storico, studioso dell'Italia nel periodo moderno e contemporaneo, con particolare attenzione all'evoluzione della società e dello Stato nel secondo dopoguerra, è morto nella sua casa di Firenze all'età di 76 anni dopo una lunga malattia. Si è spento, come apprende l'Adnkronos, circondato dall'affetto della sua famiglia, la moglie, la professoressa Ajse Saracgil, docente di lingua e letteratura turca e di storia ottomana presso l'Università di Napoli L'Orientale, e i tre figli Ben, Lisa e David.
Chi era Paul Ginsborg
Nato a Londra il 18 luglio 1945, Ginsborg si era laureato al Queens'College dell'Università di Cambridge, dove ha iniziato la carriera accademica come docente di storia contemporanea al Churchill College, dove ha insegnato per 15 anni. Professore negli anni Ottanta nelle Università di Siena e Torino, dal 1992 Ginsborg ha insegnato storia dell'Europa contemporanea alla Facoltà di Lettere dell'Università degli studi di Firenze. Dal 2010 era cittadino italiano.
Paul Ginsborg era noto anche per l'impegno pubblico su temi politici e sociali, severo critico di quella che definiva «l'Italia berlusconiana»: insieme al professore fiorentino Francesco "Pancho" Pardi, nel 2002 lanciò del movimento dei "girotondi", di cui era considerato il padre nobile, in nome della difesa dei princìpi di democrazia e legalità contro le politiche del governo di Silvio Berlusconi. Sempre nel 2002 fu tra i fondatori dell'associazione Libertà e Giustizia, di cui era presidente emerito.
Inizialmente Ginsborg si era occupato delle vicende italiane del Risorgimento, come testimonia il suo primo libro «Daniele Manin e la rivoluzione veneziana del 1848-49» (Feltrinelli, 1978; Einaudi, 2007).
Lo storico aveva coniato la fortunata espressione «ceto medio riflessivo» per indicare quell'insieme di intellettuali, esponenti dell'associazionismo, dei sindacati e delle cooperative che erano i più interessati al destino collettivo della società, cioè di costruire «ponti verso gli altri». Come saggista Ginsborg si è occupato di attualità politica con i libri 2003 «Berlusconi. Ambizioni patrimoniali in una democrazia mediatica» (Einaudi, 2003), «Il tempo di cambiare. Politica e potere della vita quotidiana» (Einaudi, 2004), «La democrazia che non c'è» (Einaudi, 2006), «Salviamo l'Italia» (Einaudi, 2010), «Berlusconismo. Analisi di un sistema di potere» (a cura di e con Enrica Asquer, Laterza). Il suo ultimo libro è «Passioni e politica» (con Sergio Labate, Einaudi, 2016), un'indagine sul rapporto fra le passioni e la vita politica, «non solo a livello teorico ma anche per ciò che concerne il nostro impegno comune».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Maggio 2022, 11:23
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