Firenze, le mani della 'ndrangheta sui rifiuti: sequestrati 5 milioni a un imprenditore calabrese

L'uomo, arrestato ad aprile 2021, è ritenuto vicino alle cosche crotonesi

Firenze, le mani della 'ndrangheta sui rifiuti: sequestrati 5 milioni a un imprenditore calabrese

Firenze, sequestrati beni per oltre 5 milioni di euro ad un imprenditore calabrese già arrestato nello scorso aprile. L'operazione è stata condotta dalla Direzione investigativa antimafia, dai carabinieri del Noe e dai forestali. L'imprenditore, Francesco Lerose, attivo nel settore dei rifiuti, è ritenuto essere vicino alla 'ndrangheta.

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L'arresto dell'imprenditore era scattato con l'operazione Keu, che ha preso il nome da un rifiuto derivante dall'attività concia delle pelli che nonostante presentasse particolari criticità ambientali sarebbe stato riutilizzato per sottofondi stradali, terreni agricoli e opere pubbliche. 

I beni sono stati sequestrati in esecuzione di una misura di prevenzione patrimoniale disposta dal tribunale fiorentino su richiesta della procura: per l'accusa l'imprenditore avrebbe accumato nel corso degli anni «un ingente patrimonio di origine delittuosa».

Comprende vari terreni e abitazioni nelle province di Arezzo e Pisa, e nel Crotonese, conti correnti, società e auto facenti capo all'indagato e al suo nucleo familiare.

Le indagini dei carabinieri di Noe, Nipaaf e sezione di polizia giudiziaria di Firenze sullo smaltimento del keu avevano anche consentito di acquisire riscontri, si spiega in una nota dell'Arma, circa «la vicinanza del proposto a famiglie 'ndranghetiste crotonesi riconducibili alla cosca Grande Aracri di Cutro (Crotone). Tale circostanza peraltro è emersa in ulteriori recenti indagini coordinate dalla Dda fiorentina e condotte dalla sezione anticrimine del Ros di Firenze». equivalente ai danni causati all'ambiente e ai terzi.

Il destinatario della misura di prevenzione è l'imprenditore calabrese Francesco Lerose, titolare di due impianti di riciclaggio inerti, uno a Pontedera (Pisa) e uno a Bucine (Arezzo), già sequestrati nell'ambito dell'inchiesta penale e oggi oggetto di un nuovo sequestro ai fini della confisca. In particolare, secondo le indagini che hanno portato all'arresto dell'imprenditore lo scorso aprile, nell'impianto di Pontedera le ceneri inquinanti derivanti dal trattamenti dei rifiuti delle concerie, dette Keu, venivano miscelate abusivamente con altri inerti e poi classificate come materiale per l'edilizia. Oltre che per i due impianti, il sequestro oggi è scattato per alcune società riferibili a Lerose, rapporti finanziari, beni mobili tra cui auto e camion, abitazioni, garage e terreni intestati sia all'imprenditore che ai suoi familiari. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Gennaio 2022, 12:58
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