Famiglie, Bonetti: «Centri estivi aperti subito e più aiuti alle mamme lavoratrici»

Video

di Maria Lombardi
Elena Bonetti, ministro per le pari opportunità e la famiglia, i centri estivi potranno partire anche prima del 15 giugno?
«Con l’ultimo Dpcm abbiamo voluto dare una risposta importante alle famiglie e soprattutto a una generazione di cittadini, quella dei bambini e dei giovani, ai quali è stato riconosciuto il diritto fondamentale di avere contesti di relazione, educazione, gioco e movimento da organizzare in sicurezza. È stata individuata la data del 15 giugno ma con possibilità da parte delle Regioni di anticipare o posticipare in base alla valutazione del dato epidemiologico. Il Veneto partirà dal primo giugno, ad esempio, e l’Emilia Romagna dall’8. Gli enti locali avranno 185 milioni per organizzare le attività educative, le famiglie potranno utilizzare i voucher baby-sitter per pagare i centri estivi».

E per i più piccoli, tra 0 e 3 anni, cosa è al momento previsto? Ci saranno tempi più lunghi?
«Entro la prossima settimana contiamo di avere le linee guida nazionali anche per la fascia di età 0-3 anni in modo da permettere ai Comuni di organizzare con forme sperimentali servizi di carattere educativo per la prima infanzia. I tempi non saranno necessariamente più lunghi, ho già inviato la richiesta di parere al Comitato tecnico scientifico». 

LEGGI ANCHE --> ​Movida, gli scienziati: fermate la ressa. «Basta assembramenti». I sindaci: chiudiamo tutto

Il premier Conte ha detto sì al Family Act, ammettendo che per le famiglie si è fatto poco. Quali saranno i tempi?
«Riconosco con grande apprezzamento l’impegno del presidente Conte a cambiare l’approccio alle politiche familiari perché gli strumenti di cui l’Italia ad oggi dispone non sono i più adeguati. L’esperienza di questi mesi ha consolidato la struttura del Family Act. Già nei prossimi giorni ci sarà la possibilità di discuterlo in Consiglio dei ministri e poi si troveranno le forme parlamentari più rapide per portarlo ad approvazione come legge dello Stato».

In che modo il Family Act sarà potenziato? 
«Va potenziato lo strumento economico di investimento nelle famiglie che abbiamo individuato nell’assegno universale per tutti i figli. Se ci fosse già stato il Family Act, avremmo in questi mesi potuto contare su una forma di sostegno strutturale alle famiglie senza dover ricorrere a strumenti emergenziali». 

È possibile prevedere un anticipo dell’assegno universale per ogni figlio?
«Avevo auspicato di poter introdurre nell’ultimo decreto un sostegno mensile da 160 a 80 euro per ogni figlio al fine di riattivare i consumi ed evitare che alcune famiglie potessero cadere nell’impoverimento. Si ci fosse qualche emendamento correttivo che introduca una forma di sostegno per i figli lo accoglierei positivamente. Ma bisogna proseguire con fermezza nell’introduzione dell’assegno come misura strutturale e non emergenziale, come previsto dal Family Act».

Cosa prevede il piano per sostenere il lavoro delle donne? 
«Aver messo in antitesi esperienza familiare e lavorativa è un fraintendimento di fondo che ha fatto danni al nostro Paese e va scardinato, anche questo è l’obiettivo del Family Act. Per promuovere l’esperienza lavorativa delle donne avanzerò alcune proposte della task-force di esperte da me nominata. Una prevede un incentivo economico per le donne che tornano al lavoro dopo la maternità obbligatoria: un aumento del 30 per cento dello stipendio, l’equivalente di quanto viene dato a chi rimane in maternità facoltativa, per il primo anno di vita del figlio. Una forma di incentivazione per il rientro al lavoro».

E per le lavoratrici senza figli?
«Incentivi alle piccole e medie imprese femminili, un percorso di formazione alle nuove competenze con una piattaforma digitale che possa consentire di acquisire nuove skill anche alle donne che si trovano in situazioni economiche difficoltose o in settori non informatizzati, per esempio chi lavora in ambito agricolo. Sto lavorando con il ministro dell’università Manfredi per garantire un riconoscimento adeguato alle carriere femminili anche nel mondo accademico e valorizzare il periodo della maternità o altre esperienze personali». 

Per quel che riguarda i congedi parentali?
«Prevediamo una revisione complessiva per garantire una maggiore condivisione del carico familiare tra uomini e donne. Un aumento del congedo parentale obbligatorio per i padri dai 15 giorni a un mese e la possibilità di usufruire dei congedi fino ai 14 anni dei figli. Si introduce il congedo retribuito per i colloqui scolastici e premi, che consistono in giorni in più, per i genitori che condividono i permessi. Saranno inoltre defiscalizzate le spese educative sostenute dalle famiglie, riconoscendo che sono un investimento nella formazione dei figli e dei futuri cittadini». 

Nel piano già si puntava a incentivare lo smart-working. 
«Tra i capitoli sulla promozione del lavoro femminile prevediamo la defiscalizzazione per le forme dello smart-working visto come forma di innovazione produttiva. Si daranno inoltre incentivi agli enti locali per riorganizzare i servizi in modo da rispondere alle esigenze e ai tempi delle famiglie». 

E per i più giovani?
«C’è il rischio che l’esperienza della pandemia annichilisca la dimensione di speranza delle nuove generazioni. Una ricerca condotta dal ministero della famiglia con l’Istituto Toniolo dell’Università Cattolica evidenzia che i giovani italiani sono i più pessimisti tra i coetanei degli altri paesi europei e l’emergenza sanitaria sta ritardando i loro progetti di vita, come mettere su famiglia, fare figli, intraprendere un nuovo lavoro. Dobbiamo sostenerli nel loro futuro favorendo l’iscrizione all’università, i percorsi di formazione innovativi, aiutandoli con una politica abitativa di locazione agevolata. Altrimenti i giovani continueranno ad avere paura del futuro». 

Cosa ha insegnato questa emergenza?
«Abbiamo imparato che le famiglie sono la rete di sicurezza che ha permesso la tenuta del Paese. Da questa esperienza esce sconfitto l’individualismo, dobbiamo investire nelle relazioni fondamentali e nelle connessioni. Le proposte di Italia Viva come il Family Act e il piano shock vanno in questa direzione».
 
Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Maggio 2020, 19:32
© RIPRODUZIONE RISERVATA