Virus, per le discoteche riapertura rinviata: «Troppi rischi da feste e locali»

Discoteche, la riapertura è rinviata: «Troppi rischi da feste e locali»

di Mauro Evangelisti
Crescono la curva dei contagi e il timore di imitare Spagna, Francia e Germania, dove il numero di nuovi positivi giornalieri è anche il triplo di quelli italiani. Il Governo frena sulle nuove riaperture. In sintesi: per scrivere il nuovo Dpcm, che avrebbe dovuto contenere una serie di decisioni come la riapertura delle discoteche e delle fiere, si aspetteranno sette-dieci giorni, per avere il tempo di valutare con attenzione l’andamento dei contagi, dopo il costante incremento delle ultime settimane che diviene più insidioso se si tiene conto di ciò che sta succedendo in altri paesi europei ma anche in Israele e in Australia.

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PROROGA
Che succede alle regole inserite nel Dpcm del 14 luglio, che scade oggi, e che reiterava alcune regole importanti, come l’obbligo della mascherina nei luoghi pubblici chiusi, il divieto degli assembramenti, il mantenimento del distanziamento sociale? Viene prorogato per altri dieci giorni con il decreto che prolunga al 15 ottobre lo stato di emergenza, come deciso l’altra notte dal consiglio dei ministri. In sintesi: le regole per limitare la diffusione della pandemia restano tutte in vigore, come rilanciate nel Dpcm del 14 luglio. E per le eventuali modifiche si prende altro tempo, in attesa di comprendere se i segnali poco incoraggianti di questi giorni, che arrivano anche da Paesi vicini, si consolideranno. Ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ribadito che non siamo ancora in una fase in cui si possa abbassare la guardia: «I dati internazionali del Covid sono ancora preoccupanti. Gli ultimi segnali da Francia, Spagna e Germania ci dicono ancora una volta che la battaglia non è vinta, Neanche in Europa». E nel question time, in Senato, ha confermato la linea della prudenza e ha annunciato che nel prossimo decreto di agosto saranno previste «risorse molto significative per finanziare un piano straordinario per il servizio sanitario nazionale e per rispondere alle esigenze delle lunghe liste di attesa», peggiorate anche a causa del lockdown.
In arrivo un piano straordinario da 700 milioni. Ma al di là degli investimenti, ieri c’era da capire se il governo, anche d’intesa con le Regioni, avrebbe ampliato la gamma di attività consentite. Nel corso della giornata, dopo che Speranza aveva avuto anche un incontro con i ministri alla Salute dei paesi del G7 in teleconferenza, ha preso corpo la decisione di aspettare prima di procedere al varo di un nuovo Dpcm, con nuove misure di apertura molto attese, ad esempio, dai gestori delle discoteche che proprio ieri hanno incontrato il governatore del Veneto, Luca Zaia.

 
 


PRUDENZA
Ma era proprio necessaria questa frenata? Detta in modo molto brutale, l’Italia non vuole diventare la nuova Spagna. Nei locali notturni, da Cordoba a Madrid a Barcellona, si sono sviluppati alcuni dei focolai più significativi che hanno alimentato il contagio, e dunque è in corso una riflessione per non commettere gli stessi errori. Osserva il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, il dottor Agostino Miozzo: «Quasi 400 casi positivi in un giorno, mi pare che già questo debba invitare al senso di responsabilità. E al di là dei dati italiani, ciò che preoccupa sono i numeri oltre confine. Di paesi molto vicini, ma anche molto lontani. Guardi, noi non siamo soddisfatti se ci sono misure restrittive, ma non possiamo restare in silenzio se capiamo che alcune riaperture hanno delle insidie. Penso alle discoteche, penso agli assembramenti, penso alle feste dei matrimoni». Fermo restando che la decisione finale spetta al governo, la linea degli scienziati del Cts è: resistiamo, non commettiamo errori proprio ora, anche perché la corsa per mettere a disposizione un vaccino o un farmaco funzionante è vicina al traguardo. «Esattamente - riflette a voce alta Miozzo - ma c’è anche un altro dato: gli italiani sono stati bravissimi, ce lo riconosce tutto il mondo, hanno fatto sacrifici enormi per fermare la diffusione del coronavirus, sarebbe folle disperdere ora questo risultato». In questo scenario, con paesi vicini come Spagna, Francia e Germania che vedono aumentare i casi positivi in modo sensibile, con il picco di nuovi infetti degli ultimi due-tre giorni, è arrivata la frenata del governo a nuove riaperture. Per ora si fotografa la situazione esistente. Con i limiti indicati dal Dpcm del 14 luglio. 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Luglio 2020, 07:47
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