Naufragio all'Asinara: trovato in mare un cadavere, potrebbe essere di Davide Calvia. La sorella disperata: «Aiutatemi»

Il sub sassarese è scomparso il 12 aprile scorso. Il lungo post della sorella su Facebook: «Intanto noi non abbiamo nemmeno un corpo da piangere!»

Naufragio all'Asinara: trovato in mare un cadavere, potrebbe essere di Davide Calvia. La sorella disperata: «Aiutatemi»

Naufragio all'Asinara, è stato trovato un cadavere tamattina a Rasciada, in una caletta poco prima di Lu Bagnu, nella costa di Castelsardo, nel golfo antistante l'isola.

I militari della Capitaneria di Porto Torres, i carabinieri della stazione di Castelsardo e i vigili del fuoco, sono accorsi sul posto e stanno verificando se si tratti del corpo di Davide Calvia, il sub sassarese di 38 anni scomparso il 12 aprile nel Golfo dell'Asinara nel naufragio della barca con cui, insieme al cugino di 35 anni, Giovannino Pinna - trovato vivo a 24 ore dall'incidente - stava facendo una battuta di pesca. 

Davide Calvia, la sorella disperata: «Voglio trovare mio fratello»

La storia è ancora molto ingarbugliata. Se Giovannino è stato ritrovato in fin di vita, Davide sembra invece essere scomparso nel nulla. La sorella Nadia Calvia chiede di capire fino in fondo la dinamica degli eventi accaduti ormai dieci giorni fa. 

Ha aperto una pagina Facebook, l'ha chiamata "Insieme per Davide Calvia". Scrive: «Lo strazio del non sapere è devastante.. ti lacera dentro, ti annebbia il cervello!! Voglio solo capire, far luce su questa vicenda.. voglio solo trovare mio fratello». 

In un lungo post cerca di mettere in fila tutti questi giorni nebulosi. Scrive che martedì 11 aprile, il giorno prima della richiesta di aiuto partita dalla barca i messaggi di Davide con una sua amica riferivano che erano a Stintino in acqua. C'è una foto delle 21.23, scrive sempre la sorella, «in cui purtroppo fa vedere solo un parabordo e il resto tutto buio.. Da qui Davide avrà sempre il telefono spento forse per la batteria scarica!». Poi il black out. 

Mercoledì 12 aprile l' SOS è stato lanciato alla Capitaneria di porto verso le 16. Nadia Calvia scrive che è stato lanciato «a causa della barca che imbarcava acqua». «Nella chiamata si riferisce di essere Giovannino Pinna - scrive ancora Nadia - dichiara che stavano indossando le mute, i giubottini salvagente e si buttavano in acqua ad aspettare i soccorsi! Sempre da alcune informazioni che mi sono state date è stato riprovato a chiamare il cellulare da cui è partito l' SOS ma ha squillato senza avere nessuna risposta, e seguentemente è risultato spento! (probabilmente finito in acqua)!». 

Quando sono partiti i soccorsi, Nadia scrive che «non è stata trovata nessuna traccia ne di mio cugino, ne di mio fratello, della barca e ne tantomeno di nessun oggetto, attrezzo, o indumento nella loro disponibilità prima del naufragio!».

Quando è stato ritrovato il cugino Giovannino

«I soccorsi sono stati sospesi a causa del peggioramento del tempo e ripresi il giovedì verso le 8 con tantissime squadre a terra della Capitaneria di porto e molti volontari - racconta ancora Nadia Calvia -  ma anche qui tutto volatilizzato. Verso il pomeriggio, si dice che è stato triangolato il segnale del telefono all'ultima chiamata e si parla che la cella ha agganciato il telefono a Marritza! La sera finalmente qualche buona notizia.. viene trovato mio cugino a Porchile, al nono pettine, sulle roccette, semi incosciente. Il testimone che lo ha trovato infatti inizialmente ha dichiarato che sembrava morto e che solo dopo aver urlato lo ha visto muoversi…».

«Il venerdi continuano le ricerche - prosegue -  una squadra di volontari parte dalla discesa di Tonnara e prosegue a piedi verso Punta Tramontana, più o meno a 400 metri viene rinvenuta una scarpa e dopo solo altri 50 metri l'altra! Scarpe Adidas, in condizioni perfette, nuove, pulite, anche se giustamente bagnate! Da premettere che è tutto provato da fotografie! Viene avvisata la Capitaneria e vengono consegnate le scarpe che poi verranno riconosciute! Man mano che le condizioni di salute di mio cugino migliorano, gli si chiede "aiuto", per capire il punto esatto del naufragio e altre cose. Viene riferito e confermato il punto del naufragio, e viene aggiunto che Davide era con lui fino a che non è diventato buio, e che si trovavano davanti alle petroliere dove c’è la Torretta e che il giubotto salvagente di Davide si era slacciato! Da quel momento buio totale!». 

Davide Calvia, il mistero della barca: era rubata?


«Le ricerche continuano senza esito per giorni, si prosegue in tutte le calette, scogli, discese a mare, ovunque! Si parla di tante ipotesi: pesca di ricci, furto di pesce, addiritura si è pensato anche ad altre cose assurde successe in mare. Si parla di una terza persona, insomma per noi parenti un calvario, non sapendo più dove sbattere la testa. Provando a chiedere a mio cugino con che barca erano, risponde che era una barca che è stata prestata a Davide, ma purtroppo non ricorda il nome di chi, e questo è anche giusto è accettabile, d’altronde ha visto la morte in faccia, se non che dichiara che la barca è stato messa in acqua a Stintino, trasportata col carrello, cosa poi smentita dalla presenza di telecamere che non hanno ripreso nulla di tutto ciò. Il mistero di questa barca scomparsa, sparita e poi denunciata il giorno dopo il naufragio, dove vicino è stato trovato lo scooter che avevano mio fratello e mio cugino. In questa barca è stato dichiarato dal proprietario la presenza di mute, salvagenti e altre cose che avrebbero galleggiato sicuramente! Ma non è detto che la barca l'avessero rubata loro e che il naufragio è avvenuto con quella!», ragiona Nadia sempre sulla pagina Facebook. 


«Nessun punto di partenza, nessun indizio valido, buio totale su tutto e soprattutto mio fratello disperso, con poche speranze da parte nostra ormai di trovarlo in vita ma col desiderio di trovare almeno il corpo per darle una degna sepoltura e poterlo piangere! Tutte bugie cattiverie e nessun aiuto, tutto questo è vergognoso! Le ricerche sono proseguite, anche se molto meno, ci sono soprattutto squadre da terra e volontari», continua la ragazza che riferisce anche di quell'avvistamento in mare, lunedì, che si rivelerà fallace. 

Voci e congetture a dieci giorni dalla scomparsa di Davide

Nadia è ormai in preda alle congetture più diverse.

Sono passati dieci giorni e non si sa nulla del fratello. «Addiritura si vocifera che possa essere in Corsica, o comunque nascosto per paura, o nella peggiore anche trattenuto! Con l'aiuto dei piloti del campo volo Platamona, che in questi giorni sorvolano le coste dando un grosso aiuto alle ricerche, proprio mercoledì 19, mentre un pilota sorvolava la zona da Porto Torres all'Asinara, verificava sopra le vasche, le rocce, le coste, le isolette, proprio sull’Isola Piana veniva visto e fotografato un giubotto salvagente. Era proprio sulle rocce non in riva», racconta.

È stato avvistato realmente un giubbotto ed e stato anche trovato e recuperato, dice e chiede: è da stabilire solo se potrebbe essere quello che si è slacciato a mio fratello, da quello che viene detto dal racconto di mio cugino, o comunque se lo riconosce. Un labirinto di domande e pensieri che non trovano conferme, certezze, punti fermi.

«Intanto noi non abbiamo nemmeno un corpo da piangere!! La verità dovrà uscire, per forza, perché tutto ciò che scoprirò del presente e del passato, qualsiasi cosa che faceva di giusto o di sbagliato mio fratello, lo renderò pubblico! Se qualcuno dovrà pagare pagherà!», scrive in conclusione Nadia. 


Ultimo aggiornamento: Sabato 22 Aprile 2023, 16:49
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