Una grave lesione spinale e un trauma toracico come conseguenza di un violento impatto a terra. È questo l'esito dell'autopsia sul corpo dell'imprenditore tedesco Dean Kronsbein, morto nello schianto dello yacht a Porto Cervo nel golfo del Pevero. Non un infarto, quindi, come era stato accertato in un primo momento. L'autopsia, eseguita dal medico legale incarico dalla Procura di Tempio Pausania, Matteo Nioi, si è conclusa nella tarda sera di ieri.
Scambio di accuse tra i comandanti
Ci vorrà ancora del tempo per capire con precisione cosa si accaduto domenica scorsa nel golfo del Pevero, a Porto Cervo. La verità sulla dinamica dell'incidente, avvenuto nel mare della Costa Smeralda e che è costato la vita al manager tedesco con passaporto britannico, è ancora lontana dall'essere accertata. I due comandanti delle imbarcazioni coinvolte - Luigi Cortese per la Sweet Dragon, della famiglia Berlusconi, e Mario Lallone per lo yatch Amore, sul quale viaggiava la vittima con alcuni familiari e altre persone - si accusano a vicenda.
Cortese, 57 anni originario di Ischia, ha raccontato agli inquirenti la sua versione dei fatti sostenendo che sarebbe stato il grande motoscafo Amore ad aver sbagliato manovra. Lallone, 67 anni, abruzzese, ha invece dichiarato di essere stato costretto a cambiare improvvisamente rotta per non entrare in collisione con l'altro yacht, versione che anche i familiari della vittima starebbero sostenendo. Le uniche certezze finora sono queste: domenica sera all'imbrunire le due imbarcazioni procedevano su rotte opposte e a un certo punto lo yatch Amore è finito contro gli scogli dell'isola delle Rocche. Dean Kronsbein, sbalzato in acqua dopo l'impatto, è morto in banchina dopo oltre un'ora di tentativi di rianimazione da parte del 118. La moglie e la figlia invece sono rimaste gravemente ferite, ma ora le loro condizioni sono in miglioramento.
I due comandanti accusati di omicidio colposo e lesioni
A prestare i primi soccorsi ai naufraghi, mentre dallo yacht sventrato veniva lanciato il May day alla Capitaneria di porto di Olbia, è stato proprio il motoscafo Sweet Dragon. E ancora, sul posto ai due comandanti è stato effettuato il pre-test per capire se avevano assunto alcol ed è risultato negativo. A bordo del motoscafo Magnum 70 di proprietà dell'ex premier, al momento dell'incidente c'erano solo il comandante Cortese e un altro membro dell'equipaggio: gli ospiti erano già sbarcati a Baia Sardinia e la barca stava facendo rotta verso sud per ritornare all'ormeggio, a Porto Rotondo.
La Procura di Tempio Pausania ha aperto un fascicolo e iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo e lesioni e vede indagati i due comandanti con l'accusa di omicidio colposo e lesioni (Cortese è difeso dall'avvocato Fabio Varone; Lallone da Egidio Caredda, le indagini sono svolte dalla Guardia costiera di Olbia e coordinate dal procuratore Gregorio Capasso e dalla pm Enrica Angioni).
Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Agosto 2022, 13:05
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