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I partiti si avvicinano al voto registrando parecchie tensioni interne. Il più compatto sembra il Movimento 5 Stelle che, avendo fatto del taglio dei parlamentari una delle principali battaglie politiche, è tutto schierato per il Sì. A fatica gli alleati del Pd si sono adeguati, ma fra i dem molte sono le voci controcorrente a cominciare da quella dello storico leader Romano Prodi. Nella maggioranza Matteo Renzi storce il naso e definisce il referendum «inutile».
All’opposizione Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono schierati per il Sì, senza però spendersi troppo. Sotto sotto una vittoria del No non dispiacerebbe ai due leader che potrebbero in quel caso approfittare dello scivolone della maggioranza. Forza Italia è anche spaccata, ma Berlusconi ha lasciato ai suoi libertà di scelta. Così Mariastella Gelmini si è schierata per il Sì, mentre altri big come Deborah Bergamini e Renato Brunetta voteranno No.
IO VOTO SÌ Referendum sul taglio dei parlamentari, Riccardo Fraccaro (M5s): «Meno eletti, poi il proporzionale»
Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, perché votare Sì?
«Avremo un Parlamento più snello ed efficiente, se ne discute da 40 anni e tutti si sono sempre schierati a favore. È l’ora dei fatti».
Non si rischia una restrizione della rappresentanza?
«Ridurre i parlamentari significa avere eletti più riconoscibili, autorevoli e responsabilizzati. La rappresentanza sarà rafforzata».
Non è colpa delle liste bloccate?
«Vogliamo anche un sistema elettorale proporzionale e la reintroduzione delle preferenze. Votando Sì al referendum si avvia questa riforma».
IO VOTO NO Referendum sul taglio dei parlamentari, Deborah Bergamini (Fi): «Solo demagogia, nessuna riforma»
Deborah Bergamini, deputata FI, perché votare No?
«Perché non c’è alcuna riforma ma solo una ghigliottina spinta dal populismo, che comprometterebbe il funzionamento democratico per le generazioni future. Il popolo italiano sarebbe il meno rappresentato d’Europa».
Cosa dicono di “fuorviante” quelli del Si?
«Non si può considerare la democrazia parlamentare, di cui la rappresentanza è il cardine, come un costo».
Forse il problema sono le liste bloccate...
«Non è votando a favore di questo referendum che si migliora la qualità degli eletti».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Settembre 2020, 08:21
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