Viviana Parisi, il papà di Gioele a Chi l'ha Visto: «Ricerche inefficaci, ci hanno impedito di cercarli»

Viviana Parisi, il papà di Gioele a Chi l'ha Visto: «Ricerche inefficaci, ci hanno impedito di cercarli»

di Silvia Natella
Parlano di «ricerche inefficaci» i familiari di Viviana Parisi e del piccolo Gioele Mondello, scegliendo Chi l'ha Visto per far ascoltare la loro denuncia. Molti i rimpianti per la sorte della dj e di suo figlio a Caronia, le cui morti - secondo la famiglia Mondello - si sarebbero potute evitare. «Ringrazio Chi l'ha Visto per l'aiuto e l'impegno nella ricerca della verità, mi scuso se non ho la forza di sostenere un'intervista. Voglio cogliere l'opportunità per dire che le ricerche sono state del tutto inefficaci. Il signore che ha trovato mio figlio lo ha trovato con un falcetto», sono le parole di Daniele Mondello, marito e padre delle vittime.

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Sono, tuttavia, la zia e il nonno di Gioele a raccontare nel dettaglio le falle nelle ricerche e a denunciare con forza: «A noi ci è stato impedito di andarli a cercare». «Quando sono scomparsi, ci siamo messi in macchina per raggiungere l'autostrada, ma siamo stati bloccati e rimandati a casa. La prima sera era fondamentale, si poteva sentire il pianto del bambino. La notte non c'era nessuno. Sicuramente li avremmo trovati vivi e invece mio fratello è stato trattato come Parolisi», racconta Mariella, la zia di Gioele. 

«Loro le ricerche non le hanno fatto bene, si poteva fare molto di più, di sera non lavoravano, di giorno c'era il sole. Li potevo trovare morti, ma non mangiati», aggiunge il nonno. Difficile, infatti, riuscire a risalire alle cause del decesso dal momento che sono intervenuti gli animali e i corpi sono da ricomporre. Secondo i familiari, inoltre, non era così difficile trovare i cadaveri perché erano a poche centinaia di metri di distanza l'uno dall'altro e in avanzato stato di decomposizione.

«Il signore che ha trovato Gioele, un volontario, ha dichiarato che ha sentito il cattivo odore. Questo significa che le ricerche lì non sono state fatte nemmeno dai cani. Hanno cercato in maniera superficiale, iniziavano alle 8:39 e alle 10:00 con 42 gradi si andavano a mettere sotto gli alberi. Gli dicevo di iniziare alle 6 del mattino, ma niente», conclude la zia. 

Per il papà di Gioele il rimpianto di essersi fidato degli ospedali e di non aver ritrovato la sua famiglia: «Mia moglie non avrebbe mai toccato  mio figlio Gioele neanche con un dito. Avrei voluto trovarli io, ma mi è stato impedito».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Settembre 2020, 22:42
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