Immediata moratoria sui brevetti per i vaccini anti-Covid e licenze obbligatorie. Insomma, mettere il vaccino a disposizione di tutti, al di là degli interessi delle aziende farmaceutiche. Sono gli obiettivi dei Comitati europeo e italiano Ice, Iniziativa Cittadini Europei, che ha lanciato una raccolta firme (noprofitonpandemic.eu/it): averne un milione imporrebbe alla Commissione Europea di prendere iniziative in materia.
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Vittorio Agnoletto, esponente di Medicina Democratica e rappresentante di Ice, come si può rendere concretamente il vaccino disponibile a tutti?
«I governi possono ricorrere alle licenze obbligatorie. È previsto nelle clausole degli accordi Trips del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, che riconoscono che quando un’azienda mette sul mercato un vaccino ne ha il brevetto per 20 anni e ne ha il monopolio, ma anche che la tutela della salute viene prima dell’interesse economico. Quindi, se un Paese è in una situazione economica difficile di fronte a una pandemia può autorizzare le industrie nel suo territorio a produrre il farmaco, pagando un risarcimento all’azienda».
Perché non viene fatto?
«Manca la volontà politica.
Intanto le aziende hanno ridotto le dosi di vaccino per l’Italia: cosa si può fare?
«Ci sono le multe ma sono un’arma spuntata. Chi prende decisioni di questo tipo ha messo a bilancio le multe. Dal 1991 al 2016, Big Pharma ha avuto 36 miliardi e mezzo di dollari di multe a livello mondiale. Ma le 11 aziende più grandi hanno avuto ricavi per 711 miliardi solo tra il 2003 e il 2012».
La licenza obbligatoria produrrebbe subito effetti?
«Sarebbero immediati. Tutte le aziende potrebbero produrre il vaccino. Aumenterebbe subito la capacità produttiva. E si potrebbero effettuare cambi di destinazione in altre aziende. Si segue, però, un’altra logica: i Paesi chiedono a chi produce il vaccino di fare accordi commerciali con altre aziende. Ciò garantisce ai produttori ulteriori guadagni e potere».
E il finanziamento pubblico?
«Chiediamo di desecretare gli accordi con le aziende: dove i vaccini sono stati cofinanziati, il brevetto deve appartenere anche all’Ue. I Paesi cofinanziano la ricerca con soldi pubblici, però poi acquistano i vaccini a prezzo di mercato».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Marzo 2021, 15:50
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